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Parrucchieri ed estetiste sul piede di guerra: fateci riaprire

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Parrucchieri ed estetiste sul piede di guerra: fateci riaprire. Insieme a bar e ristoranti saranno gli ultimi a riaprire i battenti. Ma parrucchieri ed estetisti, che non possono fare nemmeno servizio a domicilio, sono sicuramente i più penalizzati da questo lockdown.

Parrucchieri ed estetiste sul piede di guerra: fateci riaprire

Lorenzo Sacco, parrucchiere uomo e donna di Borgosesia, pensa che per combattere davvero il virus non basti tenere chiusi i saloni, anzi: «Noi – spiega – siamo quelli in grado di garantire la miglior sicurezza ai clienti. Chi entra nel mio negozio segue un percorso obbligato e tutto quello che tocca può essere disinfettato prima e dopo. Altrettanto non si può dire ad esempio dei pullman e degli altri mezzi pubblici. Ci hanno detto di stare a casa, ma secondo me questo messaggio non basta, perché non serve a curare la causa. Io vado in giro con il disinfettante e lo uso sempre quando devo toccare qualcosa. Se tutti lo facessero il virus morirebbe. E per ciò che riguarda la respirazione, oltre al pannello di plexiglass di cui si parla, io sarei pronto anche a mettermi la visiera col tubo che manda l’aria lontana».

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Anche Aneta Szczesna, titolare del centro estetico “Vanity Nails & Beauty” di Borgosesia, si sta preparando per riaccogliere i clienti: «Dopo tre mesi senza lavorare è normale che siamo in difficoltà, ma visto che lo stop è provocato da un problema serio io cerco di essere positiva e mi sto attrezzando per la riapertura, sperando che magari possa avvenire anche qualche giorno prima. Noi come categoria siamo molto preparati in merito alla sicurezza dei clienti e siamo a conoscenza dei protocolli per combattere i virus. E naturalmente teniamo molto alla salute nostra e a quella della clientela. Il vero problema è che ad oggi non abbiamo ancora indicazioni certe su cosa dovremo fare al momento della ripartenza, sul web si leggono tante cose, ma un vero protocollo ancora non c’è. Di certo siamo una delle poche categorie che non ha sofferto di carenza di mascherine, perché fanno parte dell’attrezzatura che utilizziamo di solito. Spero infine che questo tempo libero serva per aggiornarsi ed essere ancora più professionali al momento della ripartenza. Personalmente sto provando a farlo, studiando».

La ripartenza

Non vede l’ora di tornare al lavoro anche Alessia Tomasi di “Vanity”, centro estetico di Quarona: «Il primo periodo dopo la chiusura l’ho vissuto in maniera soft. Ma adesso la situazione sta diventando pesante. Speriamo che dal 4 maggio le persone usino il buon senso e che non si debba richiudere tutto. Sarebbe un disastro per noi e per tutti i clienti che hanno bisogno di noi e che in questo periodo ci chiamano spesso. Purtroppo al momento sulla ripartenza ci sono notizie contrastanti, spero che lo Stato ci aiuti, soprattutto se dovremo sanificare i locali. Finora tante belle parole, ma di concreto non ho ancora visto nulla».

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