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Portula vieta le antenne 5G e punta sulla fibra ottica

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Portula vieta il 5G sul territorio: «Vogliamo essere chiari con le aziende».

Portula vieta il 5G

L’amministrazione di Portula ha detto no al 5G. Il sindaco Fabrizio Calcia Ros con una delibera di giunta ha infatti preso una posizione netta sull’argomento che sta tenendo banco in questo periodo, soprattutto dopo che in zona è sorta una antenna a Ponzone, seppur per ora non collegata direttamente alla sperimentazione del 5G. «Abbiamo voluto prendere una posizione chiara – spiega il primo cittadino – anche perché quando dalle compagnie telefoniche arrivano le richieste per le antenne non si capisce mai bene a che cosa servono. E poi credo che il nostro territorio sia già abbastanza coperto dalla rete Internet, senza dimenticare che c’è anche il progetto banda larga. Ormai la gente non si parla neppure più dal vivo, tutti davanti a WhatsApp e videochiamate…».

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Le antenne

In zona è il primo comune a prendere una decisione del genere: «Visto che il nostro territorio potrebbe essere anche “appetibile” all’installazione di nuove antenne, abbiamo voluto essere chiari anticipando eventuali richieste da parte di aziende interessate. Non voglio trovarmi una antenna di trenta metri dall’oggi al domani senza che sia chiaro alle persone per quale motivo è stata installata. Con l’approvazione della delibera, chiunque decida di proporre il progetto sa già come la pensa l’amministrazione, ed può evitare di perdere tempo e inutili polemiche».

La salute

Alla base della decisione c’è soprattutto una questione di salute. «Ci sono numerosi, attendibili e qualificati studi medico-scientifici nazionali ed internazionali che attestano la potenziale nocività per la salute umana delle onde elettromagnetiche, emessi da tecnologie di comunicazione senza fili, con rischi per il nostro corpo – riprende il primo cittadino -, oltre un aumento di fenomeni di elettrosensibilità nella popolazione».  In delibera l’amministrazione di Portula specifica chiaramente che «le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi alle decine di miglia di stazioni radio base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili 2G, 3G, 4G oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi». L’alternativa al 5G? «Soluzioni tecnologiche sicure e a basso impatto ambientale e sanitario, quali il cablaggio al posto del pericoloso wireless, cominciando dalle scuole».

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