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Postua ricorda Giacomo Galfione e Benedetto Gallina, morti a Mauthausen

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Postua ricorda Giacomo Galfione e Benedetto Gallina con pietre d'inciampo

Posate a Postua due “pietre d’inciampo” dedicate a Giacomo Galfione e Benedetto Gallina. Morti a Mauthausen, ricordati per sempre.

Postua ricorda Giacomo Galfione e Benedetto Gallina

La comunità di Postua ha ricordato Giacomo Galfione e Benedetto Gallina, deportati nei campi di concentramento, con la posa di due “pietre d’inciampo” davanti alle loro abitazioni di frazione Riva e Roncole. Un momento toccante che ha riportato alla memoria momenti di guerra, dolore, morte. A effettuare la ricerca storica, nell’anno scolastico 2019-2020, sono stati i ragazzi, che ora frequentano la media, della scuola primaria di Portula. L’allora classe quinta aveva partecipato a un bando di concorso e aveva superato la fase regionale.

«Abbiamo partecipato a un concorso – spiega una insegnante – con tema “I giovani incontrano la Shoah”. Si è pensato di fare una ricerca e, visto che non c’erano pietre d’inciampo nel Biellese, abbiamo contattato l’istituto storico per la Resistenza e abbiamo scoperto la storia di Galfione e Gallina, che sono morti a Mauthausen. Le “pietre d’inciampo” sono un modo per ricordare, per conoscere, per riflettere, per ridare individualità a chi, entrando in un campo di concentramento, ha perso il suo nome ed è diventato un numero».

A dare il loro contributo a questa ricerca storica sono stati Alessandro Orsi e Claudio Martignon che hanno raccontato ai ragazzi le vicende legate a Postua e alla Resistenza. La vicenda risale al 25 gennaio del 1944 quando i nazifascisti effettuano una rappresaglia tra i civili nel paese di Postua. Un evento tragico in cui Postua viene occupata, la battaglia tra partigiani e nazifascisti inizia sul ponte del paese.

Gli alunni nella loro ricerca spiegano, attraverso le testimonianze delle lettere delle mogli, la cattura di Gallina e Galfione, oltre che di Vittorino Novelli, che sopravvisse al campo di concentramento e tornò a casa e che descrisse in un diario il dramma vissuto. «E’ una giornata di gelo – si legge nel diario di Novelli – la rappresaglia è terminata. Saliamo sul camion della sventura… Un carro di bestiame ci porta sino a Bergamo e poi dopo tre giorni il 19 marzo arriviamo a Mauthausen. Ci tolgono tutto, prima una doccia bollente, poi una gelida e poi bagnati e nudi al gelo in cortile. Si entra nelle baracche senza più un nome, ma con un numero».

Ed è proprio per “non dimenticare” che i giovani della scuola di Portula hanno effettuato la ricerca che la dirigente dell’istituto comprensivo di Pray Monica Bassotto ha donato al sindaco Rosa Donatella D’Alberto, che ha ringraziato la scuola. Gli studenti hanno letto brani delle lettere scritte dalle mogli, testimonianze, hanno riportato la storia legata alla vicenda, il tutto intervallato dalla musica degli allievi delle medie di Pray ad indirizzo musicale. Presenti alla cerimonia anche le associazioni del paese, gli alpini e i carabinieri. Dal polivalente il corteo si è quindi spostato nelle abitazioni dei due postuesi per inaugurare le “pietre di inciampo”.

La memoria consiste in una piccola targa d’ottone posta davanti alla porta di casa dove abitò la vittima sul quale sono incisi il nome, l’anno di nascita, la data, il luogo della deportazione e la data di morte.

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