Seguici su

Attualità

Pronto soccorso Borgosesia: il caso del piccolo Gabriele non può passare sotto silenzio. La lettera

Pubblicato

il

Pronto soccorso Borgosesia: il caso del piccolo Gabriele non può passare sotto silenzio. La lettera

Pronto soccorso Borgosesia: nella sua lettera, che riceviamo e pubblichiamo, Ferruccio Baravelli condivide alcune riflessioni sulla testimonianza di una mamma valsesiana che ha portato suo figlio in ospedale dopo una caduta.

Pronto soccorso Borgosesia, la lettera

«La disavventura del piccolo Gabriele pubblicata da Notizia Oggi il 5 Luglio non può e non deve essere considerata come un normale fatto di cronaca, ma deve scuotere almeno qualche coscienza e produrre un doveroso approfondimento. Leggendo il racconto della madre di Gabriele balzano all’occhio alcune cose che anche un comune mortale, senza essere per forza laureato in medicina, intuisce e gridano vendetta. Ma qui non è di vendetta che vogliamo parlare bensì di prevenzione, di fare tutto il possibile perché simili cose non avvengano più nel nostro prezioso ospedale valsesiano. Anche perché proprio in quell’ospedale ci lavorano fior di medici e paramedici che ho avuto la fortuna di conoscere e che non meritano di essere accomunati a una vicenda come questa. In due parole Gabriele è finito al pronto soccorso a Borgosesia con una brutta ferita al braccio e al ginocchio, nonché con il dito pollice dolorante e bloccato. Il ragazzo viene accolto da un medico che attira immediatamente la sua attenzione e quella della madre per il forte tremore alle mani».

Un altro episodio

«Già nel febbraio 2021 un fatto simile aveva suscitato un caso presso il pronto soccorso di Borgosesia. Allora il medico rifiutò l’alcol test. Resta quindi l’incognita, se il medico sia lo stesso che era in servizio in quella occasione o se si tratti invece di un collega. Di fatto la madre del giovane riferisce di avere osservato con preoccupazione il tremore alle mani di questo medico, così forte da far cadere gli strumenti per la sutura a terra e spezzare ripetutamente ed erroneamente il filo della medesima. Il ragazzo, dopo una rocambolesca sutura come racconta la madre, viene dimesso con poche banali righe sul foglio di dimissioni; nessuna frattura presente e i punti da togliere dopo 7 giorni. In realtà viene dimesso con una frattura al pollice che non è stata diagnosticata e senza che fosse stata praticata almeno una fasciatura di sicurezza. Nei giorni successivi in preda a dolori lancinanti a dito e braccio, dopo notti insonni il ragazzo e la sua mamma iniziano un vero calvario burocratico tra pronto soccorso e reparto ospedaliero, per poi sentirsi dire che la frattura al pollice c’è (e viene immediatamente e finalmente ingessata a Borgosesia) ma che per il resto è meglio se si rivolgono a un’altra struttura come quella di Borgomanero».

A Borgomanero

«Infatti nel nosocomio novarese, con tutt’altre attenzioni, viene finalmente esclusa la frattura del braccio (al pronto soccorso di Borgosesia neppure è stata fatta una lastra per escluderlo) e confermata quella al dito. Il braccio però nel frattempo si è infettato, anche perché la sutura è stata eseguita “solo superficialmente” dal medico tremante del pronto soccorso borgosesiano e non internamente, come invece occorreva fare per la profondità della ferita. Così almeno viene spiegato alla madre di Gabriele.
Il ragazzo viene quindi dimesso da Borgomanero con tutt’altro foglio di dimissioni, con tutte le cure appropriate per i giorni successivi e finalmente curato come Dio comanda. Da notare che a Borgomanero prescrivono di rimuovere i punti non prima di 14 giorni, vista la sutura incompleta. Giustamente la madre del ragazzo ha giurato che non si rivolgerà mai più al pronto soccorso di Borgosesia, ma solo a quello di Borgomanero. È la seconda volta quindi che in pochi mesi qualcuno viene accolto al pronto soccorso del “Santi Pietro e Paolo” da un medico con le mani tremanti e col dubbio che qualcosa non funzioni come si deve (si vedano gli articoli comparsi proprio sui giornali nel febbraio 2021). Ma deve proprio scapparci il morto perché finalmente qualcuno si preoccupi di capire perché?».

Il personale

«Sono ricorso anche io alle cure del nosocomio borgosesiano e per mia fortuna sono caduto su medici preparati e sono profondamente indignato pensando ai bravi medici che lavorano nel nostro prezioso ospedale di Borgosesia e che non possono essere equiparati a certuni che screditano l’intera struttura.
Una volta un medico molto saggio mi disse che “il dottore migliore è quello che sbaglia di meno”, ma qui il problema forse è un altro… nel primo caso a febbraio si parlò di presunta ubriachezza e nessuno dimostrò mai ufficialmente il contrario e ora di cosa si tratta? Se ci sono dei medici che hanno dei problemi, di qualsiasi natura, è giusto riconoscerli e che vengano curati con tutti i diritti e il rispetto che meritano, ma non lasciati in condizioni di creare problemi a chi non ne ha colpa».

L’appello

«Concludo con una accorata preghiera a chi ha il dovere, oltre che il potere, di capire qualcosa di più: al sindaco di Borgosesia onorevole Paolo Tiramani, al presidente della provincia Eraldo Botta, al consigliere regionale Angelo Dago perché, nel limite delle loro competenze, inizino a indagare per capire anzitutto se il medico in questione è il medesimo che a febbraio si presentò con le mani tremanti e un atteggiamento apparentemente tutt’altro che sobrio. Se così fosse, perché si trovi ancora a lavorare al pronto soccorso di Borgosesia. Inoltre sarebbe opportuno capire se l’operato del medico che ha soccorso Gabriele, indipendentemente da chi è e da chi dipende, è da considerarsi quantomeno “superficiale”. Tutte domande alle quali per la privacy nessuno di noi può trovare risposta, ma qualcun altro sì…».

Curarsi in Valsesia

«Per concludere, dicono che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: è almeno dal 1995 che secondo la mia modesta opinione, supportata comunque da testimonianze e fatti che ho raccolto, vi è un preciso piano politico per smantellare anche l’ospedale di Borgosesia in favore di quello di Vercelli, come polo unico per la Valsesia. Dio voglia che almeno i nostri amministratori locali comincino ad avere anche loro qualche dubbio e facciano tutto il possibile per scongiurare questa eventualità.
W la Valsesia e il suo ospedale: che i valsesiani si possano curare in Valsesia e che se qualcosa non funziona abbiano sempre il coraggio di dirlo. Infine ricordiamoci di trovare anche l’umiltà di ringraziare chi lavora bene per la nostra salute, perché nulla è scontato».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

1 Commento

1 Commento

  1. tartaro

    15 Luglio 2021 at 17:36

    ma il problema non e solo del medico del pronto soccorso, ma anche di alcuni infermieri, ( sopra tutto femmine ) in alcuni reparti, che con pregiudizi e pettegolezzi verso i pazienti che sono poco corretti e poco professionali, mi fermo qui sennò scoppia scandalo.
    ben consapevole io vado altrove. !

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *