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Provincia approva in extremis il piano scuole: Valdilana, la rabbia dell’opposizione

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Provincia approva in extremis il piano scuole: Valdilana, la rabbia dell’opposizione. “Piegate dagli ordini di partito, le forze progressiste hanno deciso di rendere possibile la soppressione di elementari e medie”.

Provincia approva in extremis il piano scuole: Valdilana, la rabbia dell’opposizione

In prima convocazione la Provincia di Biella non aveva potuto dare il via libera alla cessione da parte del Comune di Valdilana alla Provincia dello stabile di Valle Mosso che attualmente ospita le classi della primaria e media. Alcuni consiglieri avevano infatti chiesto di rinviare il punto per ulteriori approfondimenti, e alla risposta negativa erano usciti, facendo così mancare il numero legale. In pratica, si fermava il piano scuole che a Valle Mosso ha incontrato una fortissima opposizione.

Questo accadeva giovedì. Ma il giorno dopo il consiglio veniva riunito in seconda convocazione, modalità che ammette un quorum più basso di presenti. E la delibera veniva approvata.

La reazione dell’opposizione

Una doccia fredda per chi sperava di aver fermato il programma che prevede il trasloco a Mosso delle scuole primarie e medie di Valle Mosso. Per l’opposizione, un vero e proprio colpo basso. Così il capogruppo Roberto Costella su Facebook:

“Piegate dagli ordini di partito, le forze progressiste della nostra provincia hanno deciso di essere complici e rendere possibile la soppressione della scuola primaria e secondaria di primo grado di Valle Mosso. Amministratori che farebbero qualsiasi cosa per salvaguardare i servizi nei loro Paesi, hanno formalmente deciso di accondiscendere e favorire la distruzione del tessuto economico e sociale della municipalità di Valle Mosso.

Constatato che anche il consiglio provinciale era spaccato, il risultato è stato ottenuto in modo bieco, sfruttando il quorum ridotto di una seconda convoca nell’ultimissimo consiglio utile…

Quanto succede ora a Valle Mosso, sia di monito per tutta Valdilana. Questa non è una battaglia campanilistica è il desiderio di mantenere vivi i presidi fondamentali nelle singole municipalità”.

 

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