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“Quattro zampe nel cuore” è senza acqua: canile in difficoltà

Il personale si rifornisce ad una fontana perchè il pozzo a cui di solito si attingeva è asciutto.

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quattro zampe nel cuore rovasenda

“Quattro zampe nel cuore” è senza acqua: canile in difficoltà. Da mesi il canile “4 zampe nel cuore” di Cascina Porta a Rovasenda è rimasto senza acqua e così ci si è inventati un servizio di rifornimento fai da te.

“Quattro zampe nel cuore” è senza acqua: canile in difficoltà

«La situazione è così da mesi – spiega Luciano Lazzarato, responsabile dell’associazione “Quattro zampe nel cuore” -. Prima ci potevamo rifornire da un pozzo che è rimasto asciutto. In fondo basta guardare i canali per capire che la situazione idrica è allarmante». Gli addetti del canile almeno tre volte alla settimana caricano una cisterna d’acqua sistemata nel furgone per portarla in cascina e versarla nel serbatoio.

La collaborazione del Comune

«Grazie alla gentile concessione del Comune di Rovasenda ci riforniamo da una fontana e la portiamo al canile – riprende Lazzarato -. In questo modo gli animali hanno comunque sempre l’acqua fresca a disposizione, ma non possiamo essere in una situazione di continua emergenza». L’area di Cascina Porta non dispone di un allaccio idrico, la rete Internet è piuttosto debole, per fortuna da qualche anno il segnale del cellulare invece ha iniziato a prendere. «Il nostro in fondo è un servizio pubblico – riprende -abbiamo attualmente 31 cani che arrivano per lo più da situazioni di maltrattamenti, con tutte le problematiche del caso. Ormai di randagi non ce ne sono più.
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Il vecchio progetto

E cosa si può fare? E’ la domanda che sorge spontanea. «Circa 23 anni fa si era parlato di un progetto per portare l’acqua alle cascine tra Rovasenda e Gattinara – riprende Lazzarato -. In realtà non se ne è saputo più nulla. Ora cercheremo l’acqua scavando un pozzo e scendendo a circa 40 metri, ma non è detto che la troveremo». Ma per i canili i fondi ci sarebbero anche in Regione. «Ci sono finanziamenti proprio per interventi relativi a strutture come la nostra – spiega -. La cosa migliore sarebbe realizzare un nuovo canile, magari in una zona con più servizi essenziali come l’elettricità, la fognatura e l’acqua potabile. E’ logico che non possiamo noi come associazione andare a Torino a chiedere i soldi, ci vorrebbe la sensibilità di qualche amministratore pubblico coinvolgendo magari più Comuni. Ripeto: il nostro è un servizio pubblico e abbiamo anche persone che lavorano in questa struttura».

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