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Rassa saluta la villeggiante Elda: un brindisi con le figlie prima di andarsene

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Rassa saluta la villeggiante Elda: un brindisi con le figlie prima di andarsene per sempre. Era nata nel 1932 e per la piccola comunità era un punto di riferimento: «Amava tutto della vita, la sua figura ci mancherà»

Rassa, addio alla storica villeggiante Elda Artesani

Lutto anche a Rassa per la scomparsa di Elda Artesani, 89 anni, attualmente residente a Nancy ma una delle villeggianti storiche del paese. Praticamente una valsesiana ad honorem. Nata il 25 settembre del 1932, vedova di Rinaldo Gallina, è mancata lo scorso 25 febbraio. Riceviamo e pubblichiamo un ricordo della donna.

«Ci ha lasciati una grande donna e proprio per questa ragione dobbiamo ormai parlare al passato perché il presente sarebbe ormai obsoleto. Elda Artesani era per Rassa quasi una istituzione, un appuntamento annuale che si ripeteva puntualmente ogni tarda primavera e si protraeva fino all’inizio dell’autunno: era la più anziana villeggiante del paese, nel senso che fin da quando aveva cominciato a muovere i primi passi faceva già parte di quella schiera di care persone che hanno avuto Rassa nel cuore e non l’hanno mai più lasciata… per più di 80 stagioni estive. Era sempre presente in mezzo a noi e rappresentava in modo superbo le nostre tradizioni, i nostri usi e nel contempo faceva da trait d’union tra la quotidianità di un piccolo paese montano e l’ambiente vacanziero. Aveva iniziato l’attività lavorativa in Algeria, quando era ancora protettorato francese, alle dipendenze della ditta milanese Lagomarsino, produttori di macchine da calcolo. I suoi racconti della vita in Algeria rasentavano la suggestione e stuzzicavano la curiosità di coloro che la stavano ad ascoltare. Gli eventi poi sono storia. Quindi trasferitasi in Francia, sempre per la stessa ditta, a Nancy in Lorena dove poi nacquero le due figlie GianClaudia e Marina. Purtroppo perse il marito molto presto e dovette, come tante altre donne accudire e crescere le figlie ancora in tenera età.

Amava la cucina ed era un’ottima cuoca, diceva sempre: “Io voglio assaggiare tutto nella vita”; già quella vita che apprezzava in ogni sua forma che amava in ogni sua sfumatura e che apriva il suo animo ad ogni tipo di conoscenza che la stessa vita le proponeva. Amava anche la discussione, era una discreta conoscente della politica ma al contrario di chi fa la politica per mestiere, i piedi li aveva ben piantati per terra, senza tanti fronzoli, con una praticità invidiabile e di cui molti dovrebbero farne tesoro. Insomma apprezzava ogni sfumatura della vita ed il suo bagaglio culturale spaziava dallo sport al gioco ai grandi temi internazionali. Per Rassa sicuramente, sarà un vuoto ormai difficilmente colmabile come lo sono state anche altre figure che nella storia recente sono passate come meteore ma il cui bagliore ancora oggi lascia aloni di luce e di bellezza. Un ultimo aneddoto che chiarisce quale statura e personalità ebbe: sentendo ormai avvicinarsi l’ora si è fatta portare tre coppe di champagne brindando con le figlie, ringraziandole per le soddisfazioni e le premure che le avevano donato alzando l’ultimo brindisi alla vita».

Ezio De Fabiani

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