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Ricerca di nichel e oro in Valsesia: ecco i paesi dei carotaggi

La curiosità emerge da una interrogazione regionale. Interessate dagli studi Borgosesia, Quarona e l’Alta Valle.

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Ricerca di nichel e oro in Valsesia: ecco i paesi dei carotaggi.  La notizia è confermata anche dalla Regione. L’assessore Andrea Tronzano ha risposto a una interrogazione presentata dal consigliere del Pd Domenico Rossi.

Ricerca di nichel e oro anche in Valle

«In Piemonte sono presenti due aree indiziate per la presenza di cobalto e nichel. La prima area si trova nella Città Metropolitana di Torino. La seconda area si trova a cavallo tra la Valsesia, la Valle Strona e la Valle Anzasca. Interessa i comuni di Balmuccia, Borgosesia, Varallo Sesia, Vocca, Cravagliana, Fobello in provincia di Vercelli e Valstrona, provincia del Verbano-Cusio-Ossola».

Da ricorda che in questi comuni nel periodo 1860-1870 venivano coltivate alcune piccole miniere per l’estrazione del nichel, chiuse anzitempo per esaurimento o perché antieconomiche. Un secondo tentativo di ripresa fu eseguito nel periodo 1935-1945.

Gli interventi

Le aree interessate sono l’Alpe laghetto tra Fobello, Cervatto, Cravagliana, Rimella e Varallo, il Castello di Gavala tra Borgosesia, Quarona, Varallo e Vocca per la ricerca di nichel, rame, platino e oro, un’altra area tra Fobello, Cervatto, Cravagliana, Rossa e Balmuccia dove si cercano oro e argento, e l’area “Galerno” tra Balmuccia, Cervatto, Cravagliana e Vocca dove si cercano nichel, rame, oro e platino.
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«La natura dei lavori di ricerca consiste principalmente nell’acquisizione di dati storici, nell’esecuzione di campionature manuali per l’analisi di campioni e nell’esecuzione di campagne di prospezione geofisica con metodi elettrici allo scopo di definire le caratteristiche mineralogiche e chimiche della mineralizzazione – spiega l’assessore regionale – Nei permessi “Punta Corna”, “Alpe Laghetto” e “Val Toppa” a seguito dei risultati della fase le società hanno presentato programmi di lavoro che prevedono l’esecuzione di sondaggi meccanici con estrazione di carota per indagare l’eventuale prosecuzione in profondità dei filoni esistenti sulla superficie. Si tratta di carotaggi da eseguire con sonde elettriche che dovrebbero raggiungere profondità massime di 200 metri».

Le preoccupazioni

Il consigliere regionale Domenico Rossi aveva presentato una interrogazione: «Se è vero, infatti, che le compagnie dovranno corrispondere delle royalties alla Regione, alle Province e ai Comuni per i sondaggi prima e per gli eventuali giacimenti poi, è altrettanto vero che vanno valutati con grande attenzione gli impatti che le miniere, qualora vengano autorizzate, potrebbero avere sulla biodiversità e sul clima e sulle possibili gravi conseguenze per l’ambiente montano e per la salute degli abitanti dei territori toccati dalle esplorazioni». L’assessore regionale chiarisce: «Si evidenzia che trattandosi di permessi di ricerca è assolutamente prematuro parlare di apertura di miniere in quanto non sono ancora noti i risultati definitivi delle ricerche».

1 Commento

1 Commento

  1. Ciapalì

    23 Gennaio 2023 at 17:20

    E come al solito ci sarà chi si lamenta per sassi e marmotte. Viva il progresso.

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