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Ricercatrice Boccioleto chiamata ai “Soliti ignoti”

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Ricercatrice Boccioleto chiamata a Rai1 nel programma condotto da Amadeus.

Ricercatrice Boccioleto chiamata ai “Soliti ignoti”

La sua è una professione non così comune, perfetta per la trasmissione “I soliti ignoti”. In ogni puntata ci sono otto identità ignote e altrettante figure nascoste, ciascuna corrispondente a un premio fino a 100.000 euro. I concorrenti devono abbinare le caratteristiche di ogni personaggio alla persona giusta. Venerdì sugli schermi ecco comparire Cristina Viani, residente in località Fervento a Boccioleto. Lavoro: ricercatrice di glaciologia e ambienti di alta quota.

La chiamata

«Non ho fatto alcun casting – racconta -. La redazione della trasmissione ha contatto il comitato glaciologico italiano con cui ho collaborato durante il dottorato di ricerca. Cercavano una donna glaciologa giovane e hanno individuato me». Cristina ha vinto la timidezza e ha accettato: «Non sono una persona che ama andare in tivù, ma visto che c’era l’occasione l’ho presa come una esperienza da fare». Ha avuto i biglietti di andata e ritorno per Roma, ha soggiornato una notte in hotel e poi il giorno dopo si è presentata al teatro delle Vittorie dove si registra la puntata. «Mi hanno fatto un po’ di domande sulla mia professione – spiega -. Sulla base di quello creano gli indizi. Ho portato una serie di abiti, poi sono passata dal “trucco e parrucco” per essere pronta per la trasmissione. E’ stata comunque una esperienza divertente». La puntata è andata in onda venerdì 12 aprile, ma è ancora disponibile su RayPlay.

Una ricercatrice attiva

Cristina Viani ha iniziato gli studi all’Università di Torino nel 2007 in geografia specializzandosi in geografia fisica, quindi ha avuto un dottorato in scienza della terra. «L’argomento della tesi era la glaciologia e di ambienti di alta quota – racconta -. Ora ho un assegno di ricerca al Cnr di Torino e mi occupo di cambiamenti di montagna. Sono molto appassionata di montagna, sono nata e cresciuta a Fervento dove ritorno ogni fine settimana». Il settore che ha scelto non è semplice: «E’ un campo anche difficile. Purtroppo come capita in altri settori chi fa ricerca ha contratti precari, la prospettiva  è di avere un contratto rinnovato di anno in anno».

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