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Rima e Rimasco, referendum per la fusione

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Via libera dalla Regione per creare un unico Comune: ma la decisione deve passare anche dai cittadini

Ci credono sempre di più, a Rimasco e a Rima San Giuseppe. Adesso è necessario soltanto attendere che la Regione decida la data del referendum, e poi si potrà finalmente dare vita alla prima fusione di comuni che si sia vista in Valsesia. Tutto potrebbe essere messo in calendario il prossimo anno, magari nel periodo delle elezioni di primavera. A livello burocratico i due Comuni hanno di fatto portato a termine i passi necessari, ma occorre anche il via libera da parte dei cittadini. La consultazione popolare potrebbe anche non essere vincolante, ma se dovesse arrivare un “no” è logico che il progetto naufragherebbe.

Le amministrazioni di Rimasco e Rima San Giuseppe fin dal 1936 lavorano insieme condividendo gli uffici operativi, un numero sempre più elevato di servizi viene erogato in forma associata senza neppure, in molti casi, che il cittadino ne abbia conoscenza. I due paesi hanno già fatto due conti. La prima stima di massima prevede un’entrata extra di 625mila euro. A questa cifra vanno sommati i risparmi di spesa, cioè le risorse che deriveranno dalle razionalizzazioni e semplificazioni della macchina amministrativa, delle indennità di responsabilità dei funzionari (un solo segretario comunale, un solo revisore, un solo responsabile finanziario).

«Non si tratta soltanto di una questione di risparmi, ma anche di visione strategica – spiega il sindaco di Rimasco Gianni Tognotti -. È estremamente riduttivo comparare, come si tende a fare, la situazione attuale a quella che sarà dopo la fusione: nulla sarà più come prima. Infine, per legge, il nuovo Comune avrebbe la precedenza sui bandi per i finanziamenti».

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