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Romagnano, ”Peter Valazza” è l’uomo dell’anno 2016

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“Un volontario che non si vede in prima fila senza il quale non si potrebbe fare nulla”

«Per il generoso aiuto che da sempre offre alla comunità romagnanese e per la sua voglia di esserci per gli altri senza necessariamente mostrarsi, mettendo a disposizione le sue competenze tecniche a supporto delle iniziative culturali, ludiche e sportive del nostro paese». 

Con questa motivazione il Comune di Romagnano ha scelto di eleggere “Romagnanese dell’anno”, conferendogli l’onorificenza dell’Antico Borgo, Pier Antonio Valazza., conosciuto da tutti come Peter. Classe 1955, “romagnanese doc”, Valazza fin dagli anni Ottanta si occupa a titolo volontario degli impianti audio e luci negli eventi cittadini. «Una persona che non si vede mai in prima fila, ma senza cui non si potrebbe fare nulla – lo descrive il sindaco Cristina Baraggioni – quello di Peter è un volontariato umile e indispensabile, che ha sempre svolto silenziosamente ma con grande dedizione».

Quella che ora è una passione, per Valazza in passato è stato anche un lavoro: «Ho iniziato come elettricista in una ditta locale, imparando tutto sul campo – racconta Peter – poi, negli anni Settanta, ho lavorato agli impianti per vari complessi musicali. Sono stato anche fonico di professione per un po’ di anni e ho girato l’Italia con vari gruppi musicali. Era la mia passione, ma anche un lavoro molto impegnativo: si partiva e non si sapeva quando si tornava. Eravamo anche in pochi a svolgere quel mestiere». 

Attualmente, Valazza lavora in tipografia, ma non ha mai abbandonato la sua passione: «Ho iniziato a occuparmi dell’impiantistica per gli eventi cittadini con il Venerdì Santo, negli anni Ottanta, insieme all’amico Gaetano Simone, che poi nel tempo mi ha “passato la palla” per via di altri impegni – ricorda – negli anni, poi, questa manifestazione è cresciuta e se ne occupa una ditta, anche se comunque la seguo. Mi occupo poi degli impianti per San Silvano, per la rievocazione storica del Collegio e per le varie manifestazioni di piazza». 

Senza dimenticare le iniziative al Museo etnografico, di cui Valazza partecipa anche al direttivo: la manifestazione sul dialetto, per esempio, è stata curata interamente da lui sotto l’aspetto audio e video. 
Ma come si svolge nel concreto la sua attività? «Si va sul posto prima per piazzare gli impianti – spiega – si segue l’evento e poi si attende la fine per smontare. Insomma, si inizia prima e si finisce dopo». 
La nomina a Romagnanese dell’anno è arrivata a sorpresa, ma erano già vari i romagnanesi che ci avevano pensato: «Qualcuno mi aveva già detto che prima o poi l’avrebbero attribuito a me – racconta – ma per me è stata una sorpresa. Io faccio quello che posso per aiutare e le associazioni e il Comune; tutti sanno che quando hanno bisogno mi possono chiamare». 

Ora Valazza pensa a un “erede”: «Stiamo cercando dei giovani che vogliano fare questo stesso lavoro per insegnare loro come fare – annuncia – per potere “passare la palla” un domani, come è avvenuto con me».

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