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Sanac Gattinara appesa a un filo: oggi sciopero, futuro incerto per 90 persone
Sanac Gattinara appesa a un filo: oggi sciopero, futuro incerto per 90 persone. Intanto però sono arrivate nuove offerte di acquisto.
Sanac Gattinara appesa a un filo: presidio dei lavoratori
Sciopero e presidio di lavoratori e sindacato nel pomeriggio di oggi, venerdì 11 novembre, alla Sanac di Gattinara, azienda che produce refrattari. Ormai la situazione è diventata davvero difficile, per questo si è deciso di incrociare le braccia per tenere alta l’attenzione su un’azienda che da anni vive in una situazione di costante incertezza.
«Sanac – fa notare il sindacalista della Cgil Alan Orso Manzonetta – ha un importante credito milionario nei confronti di Acciaierie Italia, che tra l’altro non sta più mandando ordini. E si tratta di un -35 per cento di ordini. L’azienda nel frattempo ha differenziato il mercato andando alla ricerca di nuovi clienti e c’è stata una buona risposta. E’ logico che non copre la lavorazione che veniva garantita da Acciaierie d’Italia».
I sindacati hanno chiesto a più riprese l’intervento delle istituzioni proprio per cercare di smuovere la situazione ormai stagnante da mesi.
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Ma c’è una buona notizia
Va detto che da Roma intanto è arrivata una buona notizia per il gruppo Sanac. Ci sono infatti diverse manifestazioni di interesse sul tavolo del notaio che doveva ricevere le proposte da parte delle società interessate ad acquisire il gruppo.
Quindi la speranza è che tra le buste arrivate ci sia anche quella di Acciaierie d’Italia, il maggiore committente di Sanac.
E’ una buona notizia perché significa che il bando non è andato deserto e che c’è interesse sul gruppo che è ancora appetibile sul mercato. La speranza è che le offerte siano reali e vadano avanti.
Il sostegno degli amministratori
Anche gli amministratori locali sono a fianco di Sanac, come ha ricordato Daniele Baglione, vice sindaco di Gattinara: «Come amministratori locali siamo sempre in stretto contatto con la direzione della Sanac e anche con i sindacati, perché c’è una forte preoccupazione per i dipendenti e le loro famiglie. Non dimentichiamoci però anche di tutto l’indotto». Stessa posizione per il collega di Lozzolo, Roberto Sella.
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