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Serravalle piange Mirella Sauer: una famiglia arrivata dall’Istria
Serravalle piange Mirella: si è spenta a 74 anni, strappata alla sua famiglia da una malattia.
Serravalle piange Mirella
Se n’è andata una testimone dell’esodo istriano. Mercoledì si sono spenti il sorriso e la grinta di Mirella Sauer. La serravallese, che è mancata all’età di 74 anni, era molto conosciuta. Era la zia del consigliere comunale Lara Sauer e moglie del maestro Gian Vittorio Teso. Non si può dire che la vita della donna sia stata facile. «Mia zia insieme a mio papà e mio zio Bruno, quando erano bambini, con nonno e nonna furono tra i protagonisti dell’esodo istriano – ricorda Lara Sauer -. Erano di Pola e ad un certo punto della loro esistenza furono costretti a lasciare affetti, casa e la loro terra perché minacciati pesantemente dall’esercito di Tito. Vissero anche delle esperienze particolari in campi profughi, l’ultimo dei quali a Laterina».
L’arrivo in Valsesia
Quasi per caso la famiglia Sauer si stabilì a Serravalle. «Un giorno mio nonno lesse che la Cartiera di Serravalle cercava un addetto – racconta Lara Sauer -. Lui era molto legato a Pola ma nello stesso tempo era ben cosciente che con le restrizioni e i continui pericoli, lui e la sua famiglia non avrebbero potuto vivere serenamente nella terra natia. Così decise di spostarsi in Valsesia».
Arrivati in Piemonte, i Sauer dovettero ricominciare tutto da zero. «Fu affidata alla nostra famiglia una delle case Fanfani, completamente vuota – racconta Lara – . Pian piano grazie all’aiuto della San Vincenzo e la grande forza di mio nonno, la casa cominciò ad essere arredata. Non fu facile ma pian piano si ambientarono. Tra l’altro, prima di ricevere una casa furono accolti da un’altra famiglia originaria di Pola, che saputo del loro trasferimento, li accolse».
Sempre sorridente
Mirella crebbe, come Bruno e Amedeo, nel centro valsesiano. Lavorò alla Ragno, una tra le maggiori aziende valsesiane di quegli anni con sede a Valduggia, e si creò una famiglia. «Lei era molto legata a Pola e l’esodo segnò profondamente sia lei che mio zio e mio padre. Era una donna tutta d’un pezzo, molto combattiva e sempre sorridente – conclude la nipote -. Quando abbiamo saputo che si è spenta nel Giorno del Ricordo ci ha lasciato davvero senza fiato».
La donna da tempo stava combattendo contro una malattia che mercoledì l’ha strappata dalle braccia del marito Gian Vittorio, della figlia Sonia con Massimo e Lorenzo, dei fratelli Amedeo e Bruno e dai nipoti. Il funerale è stato celebrato venerdì nella chiesa parrocchiale di Serravalle.
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