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Spari vicino alle case: la protesta di Roasio

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Spari vicino alle abitazioni: il Meta protesta.

Spari vicino alle case

La caccia fa discutere a Roasio e nei dintorni. Le proteste riguardano dei cacciatori che si aggirerebbero troppo vicino alle case. Sabato era in programma una battuta al cinghiale nella zona della Baraggia e c’è chi uscendo dalla propria abitazione si è trovato qualche cacciatore armato aggirarsi a pochi metri dal giardino. C’è chi ha condiviso il proprio pensiero sui social ammettendo tutta la preoccupazione nel vedere persone armate aggirarsi a pochi metri da casa. C’è anche chi ha preferito non avventurarsi nel bosco per la classica passeggiata rischiando di finire all’interno di una battuta di caccia al cinghiale.

Le proteste

Intanto gli attivisti del Meta sono pronti a riprendere i sit-in nei boschi, portando avanti una azione di disturbo verso i cacciatori. Ancora una volta è Valerio Vassallo del Meta a lanciare l’offensiva. Anche negli ultimi fine settimana sono state portate avanti azioni di disturbo alla caccia nei boschi tra Brusnengo e Masserano, arrivando nel territorio roasiano. «Ma senza alcun contatto fisico e senza violare la privacy – sottolineano dal Meta -. Le nostre attività sono legali: verifichiamo che non si spari vicino alle abitazioni o lungo le sedi stradali».

I cinghiali

Che il cinghiale sia un problema lo conferano anche i recenti fatti di cronaca. Proprio nel fine settimana una Suzuky Swift si è ribaltata a Cossato dopo aver investito un cinghiale. Un impatto talmente violento da far perdere il controllo del veicolo alla 38enne alla guida, la vettura si è capottata. La donna è stata portata in ospedale, ma per fortuna è stata subito dimessa.

Gli incidenti

La caccia al cinghiale prosegue soprattutto dopo i dati diffusi da Confagricoltura: «In Piemonte – spiega il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia – ogni anno si verificano oltre 1100 incidenti provocati da fauna selvatica, nella maggior parte da cinghiali. Negli ultimi trent’anni i cinghiali sono aumentati di oltre il 400%; le popolazioni di capriolo hanno superato il 350%, quelle di cervo sono salite addirittura di oltre l’800%». Da qui la richiesta chiara: «È perciò necessario intervenire con urgenza sulla prevenzione dei danni – dichiara Enrico Allasia – mediante l’utilizzo di metodologie adeguate, con assistenza agli agricoltori e sperimentazione tecnologica, creando una forte sinergia fra ricerca scientifica e gestione con applicazione rapida delle conoscenze acquisite».

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