Attualità
Spazzacamino di Varallo scrive al Papa: vorrei pulire il camino della Cappella Sistina
Il sogno di Fulvio Bianconi dura nella sua famiglia da tre generazioni
E’ il grande sogno della sua famiglia da tre generazioni: pulire il camino che in Vaticano annuncia, con la famosa fumata bianca, l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice. Per questo il varallese Fulvio Bianconi ha scritto a Papa Francesco: «Santo Padre, mi rivolgo a lei per pregarla di aiutarmi a coronare un sogno che nella mia famiglia dura da tre generazioni. Siamo da sempre spazzacamini, un lavoro umile e antico, pieno di magia e immaginazione, ricco di storia e cultura. Con strumenti antichi e gelosamente custoditi, ogni giorno ci arrampichiamo sui testi di tutte le case per pulire i loro camini, ma nella mia famiglia manca un tetto, forse il più importante. Oggi stiamo vivendo un periodo di grande crisi e di perdita di valori e forse la mia potrebbe essere l’ultima generazione a praticare questo antico mestiere, per questo motivo vorrei almeno per una volta poter salire a pulire quel camino che con le sue fumate ha scandito la storia dei Papi che hanno guidato il popolo Cristiano».
Un sogno quello che vorrebbe veder realizzato Bianconi che lo stesso spazzaccamino aveva reso noto in tivù, quando nel febbraio di un anno fa venne invitato dall’emittente televisiva di Roma, Tv2000, a diffusione nazionale, per parlare del suo mestiere. Un lavoro antico che il valsesiano, originario di Locarno, svolge da quando era ragazzino e affiancava il padre anche lui spazzacamino che a sua volta l’aveva appreso da suo papà. E visto che nel 2020 l’impresa di famiglia compirà 100 anni, Bianconi spera davvero di riuscire entro a quella data a salire sui tetti del Vaticano per pulire il camino della Cappella Sistina usato durante il Conclave per comunicare al popolo l’elezione del nuovo pontefice. «Avevo spedito la lettera per mezzo raccomandata nel periodo pasquale – racconta Bianconi – e nei giorni scorsi ho trovato nella cassetta della posta la ricevuta di ritorno, segno quindi che la lettera è giunta in Vaticano. Ora la speranza è che mi rispondano per dirmi che la mia richiesta è stata accolta. Se così sarà, mi piacerebbe organizzare una trasferta a Roma in pullman con un gruppo in rappresentanza della Valsesia, le donne nell’antico costume dei paesi della valle e i prodotti più tipici. Un’occasione in più per promuovere la nostra terra».
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