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Tiramani: ecco perché i dipendenti devono restituire soldi al Comune
Tiramani: ecco perché i dipendenti devono restituire soldi al Comune. Il sindacodi Borgosesia contesta le esternazioni dei sindacati sulla vertenza legata ai tagli sul salario accessorio.
Tiramani: ecco perché i dipendenti devono restituire soldi al Comune
Le organizzazioni sindacali (Fp Cgil Vercelli Valsesia, Uil Fpl Vercelli Valsesia e Cisl Fp Piemonte Orientale) puntano l’indice contro i tagli al salario accessorio. E, in assenza di «una inversione di atteggiamento e di responsabilità rispetto all’urgenza e alla gravità della situazione» non escludono il ricorso allo sciopero. La versione dei sindacati è respinta dal primo cittadino: «I fatti sono molto semplici – spiega Tiramani -, si tratta solo di ripristinare la correttezza e non certo di sottrarre ingiustamente denaro ai dipendenti. Nel 2014, una nuova norma ha imposto agli enti locali di effettuare un controllo sulla quantificazione degli stipendi erogati ai dipendenti negli ultimi dieci anni. Tale controllo ha evidenziato che nel Comune di Borgosesia sono stati pagati circa 600mila euro in più del dovuto. Una cifra che fa riferimento ai premi che vengono elargiti ai dipendenti pubblici oltre alla parte fissa per remunerare le prestazioni performanti di quanti si sono distinti nello svolgimento delle loro funzioni. L’entità di questa seconda parte non può superare i valori previsti dal contratto».
Restituzione di quanto ricevuto
Da questa verifica è emersa la necessità di pervenire a un adeguamento, e i dipendenti dovranno restituire parte di quanto già ricevuto, suddiviso in 17 rate annue: «E’ chiaro che tale manovra risulta impopolare tra i dipendenti interessati – osserva il sindaco -, ma è altrettanto evidente che l’inadempienza esporrebbe gli amministratori e i dipendenti del settore amministrativo a un’accusa di danno erariale».
Non ci sarebbe dunque spazio per alcuna alternativa: «Lo snodo della questione – conclude Tiramani – è che la restituzione dell’importo al bilancio del Comune va effettuata perché prevista dalla legge. L’amministrazione non ha alcun potere d’intervento, nonostante ciò che vorrebbero sostenere le organizzazioni sindacali. E’ una vicenda che non permette vie d’uscita, sorprende semmai l’atteggiamento dei sindacati che, dopo aver contribuito a creare questa situazione, ora chiedono all’amministrazione di risolvere il tutto con modalità illegittime. Richieste che noi non possiamo che respingere».
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