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«Tra i crimini dei partigiani in zona ricordiamo anche l’assassinio della missione Strassera»

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A una settimana dall’arrivo di Sergio Mattarella in Valsesia continua la polemica sulla Resistenza

Manca una settimana all’arrivo del presidente Sergio Mattarella per le celebrazioni della Liberazione a Varallo, e continuano la polemiche sul ruolo della Resistenza. Dopo le accuse dell’ex parlamentare Sandro Delmastro, da un lettore di Gattinara riceviamo e pubblichiamo.
 
«Egregio direttore, l’onorevole Sandro Delmastro, nella sua lettera pubblicata sul vostro bisettimanale, riferisce sulla gesta del serial killer rosso “Gemisto” ovvero Francesco Moranino, condannato all’ergastolo nel dopoguerra per le orrende carneficine compiute durante la guerra civile (1943-1945) in Valsesia, nel Vercellese e Portula in Valsessera. Manca all’appello l’assasssinio dei componenti della missione Strassera (partigiani non comunisti ) e poi delle loro mogli (una al sesto mese di gravidanza). 
Note storiche: la missione Strassera, sbarcata a Genova da un sommergibile americano, doveva raggiungere la Svizzera, dalla Valsessera, per coordinare i lanci anglo-americani di viveri ed armi ai partigiani senza distinzione politica. In Svizzera non giunsero mai: furono tutti trucidati. Le mogli di alcuni di essi, non vedendoli arrivare in Svizzera, giunsero in Valsesia per capire perchè erano scomparsi; il patriota Moranino, per paura che scoprissero l’infamia, le fece assassinare.
Nota personale: i resti rimasti, sull’asfalto, della mattanza dell’aprile 1945 all’ospedale psichiatrico di Vercelli, sempre ad opera del suddetto eroe e compari, li ho visti alcuni giorni dopo (avevo nove anni) mentre mi recavo a Vercelli, in bici, con mio padre a trovare un parente (mio zio)».
 
Gianni Manfredini

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