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Tragedia del Mottarone, scoppia la guerra delle zie: “Eitan è in ostaggio in Italia”
Tragedia del Mottarone, scoppia la guerra delle zie: “Eitan è in ostaggio in Italia”.
Tragedia del Mottarone
Come riporta Prima Torino Eitan Biran è il piccolo di soli 6 anni unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone. Nell’incidente della funivia ha perso il papà Amit Biran (30enne), la mamma Tal Peleg Biran (25enne) e il fratellino Tom di 2 anni. Tutti originari di Israele, vivevano a Pavia ormai da anni e insieme a loro in gita a Stresa c’erano anche i bisnonni Itshak Cohen, 81enne, nonno di Tal Peleg, e la moglie Barbara Konisky Cohen, 71enne, entrambi residenti in Israele.
Ed è proprio fra il Pavese e lo Stato ebraico che corre l’ultima polemica legata a questa già drammatica vicenda.
Scoppia la guerra delle zie
La famiglia Biran è stata sepolta in Israele, dopo un funerale di Stato. A rimanere vicino a Eitan, è stata finora la zia Aya, sorella del padre morto, che vive a Pavia e si è occupata di lui dal risveglio all’ospedale di Torino ad oggi.
Contro di lei però ora si schiera Gali Peri, zia materna del piccolo:
“Eitan è stato sottratto da una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo”.
“Eitan è in ostaggio in Italia”
L’avvocato della zia materna ha annunciato in una conferenza stampa in Israele di aver avviato un procedimento per l’adozione di Eitan ed il suo ritorno a casa: per il legale “Eitan è in ostaggio in Italia”.
Che dietro la guerra fra le zie ci possano essere o meno anche interessi legati ai risarcimenti per i famigliari delle vittime della tragedia, in ogni caso il bambino nei giorni scorsi è tornato in ospedale a Torino, per togliere i gessi, e l’importante è che stia molto meglio: anche il rabbino capo di Torino Ariel Di Porto ha confermato i segni di ripresa in occasione della consegna dei premi raccolti per il piccolo dai ciclisti professionisti durante il passaggio a Stresa lo scorso 28 maggio del Giro d’Italia.
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Roberto x
12 Agosto 2021 at 11:14
Probabilmente, c’entra il denaro, poiché il risarcimento spettante al bambino sarà sicuramente – e giustamente – cospicuo.