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«Trent’anni fa l’apocalisse nucleare a Chernobyl. E non è ancora finita»

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Il referente di Sel: a due passi dalla Valsesia ancora irrisolto il problema delle scorie radioattive

Da Giovanni Pasquno, segretario provinciale di Sinistra Ecologia Libertà Vercelli , riceviamo e pubblichiamo.

«Trent’anni fa, il 26 aprile del 1986, nei pressi della cittadina ucraina di Chernobyl si verificava il più grave incidente nucleare della storia, le cui conseguenze, che hanno coinvolto migliaia di persone, non sono ancora finite. Così come non si è ancora trovato un percorso tecnico in grado di mettere in sicurezza definitiva quel che resta della centrale atomica esplosa. Noi crediamo indispensabile il ricordo di quanto è successo per mantenere viva la consapevolezza di tutti ed evitare il ripetersi di eventi simili.

Forse non tutti si ricordano che a quella data era già stata avviata l’urbanizzazione del sito di Leri Cavour per accogliere la seconda centrale nucleare della Provincia con un larghissimo consenso politico e istituzionale. Il referendum del 1987 ha poi convinto tutti della follia del progetto. A distanza di poco più di un ventennio tuttavia tutto questo ricordo si sfumava, non era più così presente, e il governo Berlusconi riproponeva una “nuova” tecnologia nucleare esente da rischi e, soprattutto, indispensabile per risolvere i supposti problemi energetici nazionali.

Fu necessario un secondo referendum, a giugno del 2011, per cassare ancora una volta la follia. Anche quella vicenda fu preceduta da un disastro, a Fukushima, nel marzo dello stesso anno, nonostante le tecnologia giapponesi si vantassero di avere una sicurezza intrinseca. Noi crediamo che il modo migliore per metterci al sicuro dal ripetere per la terza volta l’errore, sia mantenere vivo il ricordo di quanto è avvenuto e di quante tragedie le persone abbiano dovuto subire. Gli strascichi del passato sono però ben lontani dall’essere superati. La sistemazione definitiva e sicura delle scorie nucleari rappresenta oggi un problema più che inquietante.

Vediamo infatti che l’elenco dei siti potenzialmente idonei ad accogliere il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi continua ad essere “segretato” nonostante dovesse essere reso noto ad agosto dell’anno scorso. Mentre a Saluggia e Trino, luoghi assolutamente inidonei, si continua a programmare la costruzione di nuovi contenitori per lo stoccaggio di scorie nucleari, detti “temporanei” e con costi strabilianti. Noi crediamo vada assolutamente invertito l’indirizzo su cui sta procedendo la Sogin con il beneplacito della Regione Piemonte e si avvii invece il progetto di solidificazione delle scorie liquide esistenti per poterle trasportare, insieme al resto, in un deposito nazionale sicuro che il Governo deve far costruire al più presto. 

Per ricordare Chernobyl e parlare di “rifiuti vercellesi”, SEL e Sinistra Italiana invitano tutti i cittadini a partecipare all’ iniziativa del 21 aprile, al Ridotto del Teatro Civico, ore 21, promossa dal Sindaco di Vercelli insieme al Sindaco di Trino e all’iniziativa del 26 aprile in Piazza del Municipio di Saluggia, ore 20,30, promossa da Legambiente e Pro Natura. Noi ci saremo».

Giovanni Pasquino

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