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Trivero: «Migranti vicini di casa? Nessun problema»

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A parlare è l’ex consigliere comunale Mirella Giovinazzo

Miganti a Trivero. In paese se ne discute e c’è chi non è per niente preoccupato. «Viviamo tranquillamente la nostra vita senza paura. Quattro o cinque tranquilli migranti in un condominio non sconvolgono nessuno». E’ il pensiero di Mirella Giovinazzo, inquilina della palazzina di Cereie dove qualche giorno fa è arrivato il primo migrante nell’ambito del progetto Sprar, e dove ne arriveranno a breve altri quattro sotto la gestione di Comune e cooperativa Maria Cecilia. La donna, ex edicolante, vuole dire la sua perché nelle scorse settimane altri inquilini avevano voluto incontrare l’amministrazione comunale, protestando perchè non erano stati informati per tempo dell’arrivo di queste persone.

«I migranti ce li ho proprio “in casa”. Questo non mi inquieta affatto» dice Mirella Giovinazzo, ex consigliere comunale fino alla passata legislatura. «Ho visto che alcuni condomini si sono lamentati per l’arrivo di queste persone e il nostro è diventato il palazzo più popolare di Trivero in questo momento. Ora il primo dei migranti è arrivato, e naturalmente nessuno se n’è accorto perchè tutto procede né più e né meno come prima». Per questo Giovinazzo chiede di abbassare i toni: «Questa vicenda è stata strumentalizzata da politici ad ogni livello, con i nostri locali che scimmiottano quelli nazionali tirando in ballo le cooperative che gestiscono il progetto. Mi sono stancata di vedere aizzare le persone contro altre più infelici di noi. Nessuno è razzista ma poi le bacheche di Facebook sono piene di post che alimentano l’insofferenza e io mi voglio tirare fuori».

Proprio nei giorni scorsi un post condiviso da Mirella Giovinazzo su Facebook ha scatenato una lunga sequela di commenti. «Dopo aver sentito un intervento in materia migranti da parte di Flavio Insinna ho fatte mie le sue parole su Facebook scatenando reazioni da una parte e dall’altra – spiega lei -. Non penso che siano i migranti la rovina dell’Italia ma chi, non pagando le tasse e frodando lo Stato, magari con la nostra connivenza ha permesso che il Paese si impoverisse scatenando di fatto una guerra tra poveri che permette a certe persone di prendersi gioco di noi».

L’invito quindi è alla solidarietà: «Una volta era una parola viva. Mia nonna, calabrese purosangue come me, pur non essendo affatto benestante ma una dignitosa contadina, quando cucinava metteva sempre un po’ di pasta in più di modo che se per caso passava davanti a casa sua qualcuno che aveva fame trovava un piatto dove mangiare. Questo per me è sempre stato motivo di orgoglio e sono cresciuta pensando che se ci si aiuta a vicenda tutti possiamo stare meglio». Nel frattempo nell’appartamento di Cereie è arrivato Omar, il primo inquilino. Un ragazzo di appena vent’anni della Liberia. Gioca a calcio nella squadra Migr’action di Biella e parla italiano. In questi giorni arriveranno altre quattro persone che vivranno con lui nell’alloggio. A seguire giungeranno altri quattro ragazzi che saranno sistemati a Pratrivero e tre ragazze a Ponzone. Una volta che la comunità inizierà ad aumentare allora partiranno anche i corsi di italiano e quelli per insegnare i ragazzi alla vita pratica di tutti i giorni.

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