Attualità
Trivero, sulla caserma si è avverata la ”profezia” del 2009: «Rischia di finire a Crevacuore»
Il trasloco della stazione dei militari non è giunto all’improvviso: se ne parla addirittura dal 1997
«La caserma dei carabinieri di Trivero rischia di finire a Crevacuore». Così si diceva nel 2009, così è accaduto l’altra settimana. Una “profezia” di sette anni fa che si è avverata perché non è stato possibile fare interventi di risanamento del vecchio stabile, e perché nel frattempo la nuova caserma di frazione Cereie non esiste ancora. Sulla carta i carabinieri di Trivero rimangono, così come vengono assicurati i servizi di sorveglianza e pattugliamento, ma quello che manca è la caserma: quella nuova arriverà non prima dell’autunno 2017.
In realtà, era addirittura il 1997 quando a Trivero si iniziò a parlare della nuova sede dei carabinieri che avrebbe dovuto sorgere all’ex casa dei dipendenti di Guala. Cinque i sindaci che si sono susseguiti, due i progetti passati al vaglio dei vari amministratori e l’epilogo è che il territorio ha perso la stazione dell’Arma. In 19 anni i campanelli d’allarme non sono mancati. Ma il più profetico è stato appunto quello del 2009, quando in prefettura a Biella venne convocata una riunione d’urgenza per i problemi strutturali allo stabile di via Marconi a Trivero. Già allora era stato paventato il rischio di trasferire gli uomini a Crevacuore, e già allora si era ipotizzata la scuola dell’infanzia di Cereie come soluzione alternativa. Poi venne tirato fuori dal cassetto il vecchio progetto dell’ex casa dei dipendenti a Guala. L’allora sindaco Massimo Biasetti proprio a “Notizia Oggi” aveva dichiarato: «Abbiamo avuto rassicurazioni sulla copertura economica, il Demanio coprirà circa l’80 per cento dei costi. Inoltre anche i Comuni di Soprana e Portula si impegneranno».
L’auspicio era quindi quello di salvare capra e cavoli, vale a dire la scuola di Cereie e i carabinieri. Invece dal Demanio non è arrivato un euro, la scuola è stata chiusa (per i pochi bambini) ma i carabinieri sono finiti comunque a Crevacuore. In via provvisoria, ovviamente: ma il timore che anche questa volta si dilatino i tempi è legittimo, visti i precedenti.
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