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«Un amico di tutti». Borgosesia ricorda Enzo Marchesini

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Borgosesia ricorda Enzo Marchesini, fulminato da un malore a soli 53 anni

«Era un uomo buono, una persona di gran cuore: passava a chiedere sempre se poteva rendersi utile, se c’era qualcosa che poteva fare. E lo faceva sempre con il sorriso». Così Borgosesia ricorda Enzo Marchesini, l’uomo morto la scorsa settimana a soli 53 anni, fulminato da un malore improvviso nel garage di casa. «Sarebbe dovuto andare a pranzo a casa di nostra zia – racconta la sorella Claudia -, e quando non si è presentato, lei ha preferito andare a controllare. Purtroppo lo ha trovato nel garage, disteso accanto al suo scooter, dove aveva appoggiato i guanti e la chiave». A nulla sono serviti i soccorsi del personale del 118: dopo un’ora di tentativi per rianimarlo è stato constatato il decesso.

La famiglia è molto conosciuta in città anche per l’attività del padre Gianfranco, che ha condotto sino a una ventina di anni fa un punto vendita e manutenzione di motocicli. Un negozio dove si incontrava spesso anche Enzo, a cui la passione per motorini e biciclette non è mai venuta meno: «Appena usciva di casa prendeva la bici – prosegue la sorella Claudia -: che fosse una mountain bike, una bici da corsa o una semplice, a lui non interessava, l’importante era che fosse una bici. L’alternava allo scooter che usava per le distanze più lunghe, ad esempio per andare dai parenti a Serravalle». Il funerale è stato celebrato sabato mattina; dopo la cerimonia la salma è proseguita per il tempio crematorio. Con i genitori, Marchesini ha lasciato le sorelle Paola e Claudia.

Enzo era anche un buon podista: «Era con noi sin dalla costituzione della società nel 2000 – ricorda Lino Roncali, presidente dell’Atletica Valsesia -, ma già in precedenza correva per il Gruppo sportivo ecologico. Era un buon atleta, specializzato nelle lunghezze di fondo e mezzofondo, e sotto la guida di Attilio Galli aveva ottenuto anche buoni risultati. Correre era per lui una vera passione, ne era entusiasta. Legava molto bene con i compagni, ed era sempre pronto a dare una mano, sicuramente uno dei collaboratori più presenti».

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