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Un neonato ogni quattro morti: Valdilana chiude l’anno a -171

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Un neonato ogni quattro morti: saldo demografico negativo a Valdilana.

Un neonato ogni quattro morti

Popolazione in calo a Valdilana. A inizio 2022 infatti sono 10.304 i residenti nel Comune che comprende le municipalità di Trivero, Soprana, Mosso e Valle Mosso. Un saldo negativo di 171 persone nell’arco di dodici mesi. A inizio 2021 infatti i residenti erano 10.475. Le nascite sono state piuttosto contenute nei quattro ex comuni, mentre sono in aumento i decessi. Inoltre si sono registrati anche diversi cambi di residenza, anche per motivi di lavoro.

Il saldo

Andando nello specifico, si scopre che nell’ultimo anno a Valdilana sono nate 43 persone, i decessi sono invece stati 173: più o meno, un nato ogni quattro morti, con quindi un saldo negativo di 130. Da registrare un altro segno meno anche per quanto riguarda il saldo tra immigrati ed emigrati: sono 305 le persone che hanno cambiato residenza, mentre 264 quelle che si sono trasferite nel nuovo Comune: il bilancio è quindi in negativo per 41 residenti.

Gli anni scorsi

Da ricordare che nel 2019 anno in cui nacque ufficialmente Valdilana i residenti erano 10.988. Guardando ancora di più nel passato, se Valdilana fosse nata nel 2001 gli abitanti sarebbero stati quasi 14mila, per la precisione 13.470, mentre nel censimento del 2011 risultava avere già soltanto 12.067. Il territorio di Valdilana (sommando i residenti di Trivero, Mosso, Soprana e Valle Mosso) aveva toccato l’apice nel censimento del 1961 quando i residenti erano cresciuti fino a 19.113. Da lì in poi è un lento diminuire della popolazione: 17.775 nel 1971, 16.180 nel 1981, 14.533 nel 1991, fino ad arrivare a 13.477 nel 2001.
Da ricordare che nel censimento 2010, quando ancora il progetto fusione non era nemmeno partito, le quattro municipalità di Trivero, Mosso, Soprana e Valle Mosso insieme facevano qualcosa come 12.307 abitanti.

I servizi

«Il dato del calo demografico è palese – commenta il sindaco Mario Carli -. Se andiamo ad analizzare la situazione però non è tanto il saldo migratorio a preoccupare, ovvero il rapporto tra immigrati ed emigrati dal paese, quanto piuttosto il rapporto tra nati e morti». E’ questo il fattore che si fa più sentire. «Abbiamo una popolazione per lo più anziana – riprende Carli – e questo ci deve spingere anche a ripensare ai servizi come il potenziamento della sanità sul territorio, oltre a maggiori cure domiciliari».

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