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Una politica fatta di dialogo e ragionamenti: il ricordo che lascia Giorgio Orsolano

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Una politica fatta di dialogo e ragionamenti: il ricordo che lascia Giorgio Orsolano.  La famiglia, tanti esponenti politici di ogni area, il sindacato e tanti amici e conoscenti. Sono tutti loro ad aver accompagnato Giorgio Orsolano nel suo ultimo viaggio, con una funzione che si è tenuta l’altro pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Borgosesia.

Una politica fatta di dialogo e ragionamenti

Orsolano è stato esponente politico a Borgosesia, a Valduggia, nella ex Comunità montana Valsesia e in Provincia di Vercelli, dove fu assessore alla cultura e istruzione. Fu per molti anni bibliotecario a Borgosesia, ma anche sindacalista nella Cgil, e consigliere del comitato d’onore di Valsesia Musica. Aveva sempre abitato a Valduggia, salvo gli ultimi anni, trasferito a Borgosesia in un alloggio più adeguato alle sue condizioni di salute.

Aveva 64 anni. Ha lasciato la moglie Emma, le figlie Elena e Valeria, i nipoti e la sorella Enrica.

Ricordi

Un affettuoso ricordo arriva da Wilmer Ronzani, ex parlamentare valsesserino: «La scomparsa di Giorgio Orsolano mi ha colpito moltissimo. Ho perso una persona amica, un compagno con cui ho condiviso piu di 40 anni di battaglie politiche. Apparteniamo alla stessa generazione, io ho solo due anni più di lui, 40 anni nei quali si è consolidato il nostro rapporto di stima e di amicizia. La notizia della sua morte, che mi è giunta improvvisa, ha riattivato il circuito dei ricordi che hanno segnato il nostro rapporto di amicizia e la nostra comune militanza, militanza di cui Giorgio andava orgoglioso. In questi anni nei quali la politica è priva di progetti e idee forti e a prevalere sono la demagogia e il populismo acchiappavoti, ci è capitato spesso di considerarci fortunati per aver potuto prendere parte ad una stagione politica quella contrassegnata dal ruolo di leader come Enrico Berlinguer. Io e Giorgio – prosegue Ronzani – provenivamo da esperienze diverse: io era stato operaio, lui un giovane con una solida formazione culturale che ha fatto parte di un gruppo dirigente giovane che all’inizio degli anni ‘70 ha impersonificato il rinnovamento del Pci valsesiano. La nostra casa comune è stato il Pci. Gli anni successivi sono stati caratterizzati da vittorie e da sconfitte politiche, da avanzate e da arretramenti elettorali in Valsesia e nel resto del Biellese». Allora la federazione del Pci comprendeva sia il Biellese che la Valsesia.

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Un altro ricordo arriva dal gattinarese Gianni Manfredini, che in passato gestì il centro sportivo Milanaccio: «Sono veramente dispiaciuto per la morte di Giorgio, con il quale ho avuto parecchi scambi progettuali quando ero il direttore del Milanaccio, per ben 26 anni. In modo particolare quando era l’assessore in Provincia di Vercelli. Era un esponente di spicco del centrosinistra e, ben sapendo che il sottoscritto era e sono di segno politico opposto, abbiamo sempre conservato un reciproco e fraterno rapporto. A lui debbo la intitolazione della piazza a Valentino Milanaccio, il realizzatore del Centro Sportivo di Borgosesia. Porgo le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia».

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