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Una voce per l’Alpàa tiene banco a Romagnano: le foto
Una voce per l’Alpàa risuona a Villa Caccia: una serata per godersi la musica e scoprire il museo.
Una voce per l’Alpàa
Villa Caccia ha fatto da sfondo alla semifinale nazionale del festival ”Una voce per l’Alpaà”. «La manifestazione è andata molto bene – commenta il sindaco Alessandro Carini – : c’erano tanti semifinalisti, cosa che ci ha permesso di far conoscere ancora di più villa Caccia fuori dai confini del territorio. Molti concorrenti infatti arrivavano anche da fuori regione. Siamo stati molto contenti di aver ospitato questa manifestazione – conclude il sindaco -. Per quanto riguarda i due giorni di Magic House al museo, devo dire che anche il bel tempo ci ha aiutato in un evento che coinvolgeva le famiglie, l’area si presta per questo tipo di iniziative. E’ stato bello vedere le famiglie che hanno trascorso tutta la giornata nel parco di villa Caccia, facendo pic nic in allegria».
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Il museo
«Alle due manifestazioni – afferma Franco Tinelli, presidente del museo storico etnografico di Romagnano – hanno partecipato persone non del circondario. E’ stata un’opportunità in più per far conoscere il museo. Quasi tutti gli ospiti hanno voluto visitare le sale aperte e ne sono rimasti entusiasti. “Una voce per l’Alpaà” è stata un’iniziativa molto interessante: ha permesso oltre ai partecipanti la presenza dei loro fan».
I partecipanti erano una quarantina che si sono esibiti nella manifestazione canora senza limiti di età. Qualcuno ha interpretato musica classica, altri si sono esibiti con canzoni famose degli anni ‘60, altri ancora hanno cantato brani rap. «C’è stata un po’ più di prevalenza di donne, rispetto agli uomini.
I concorrenti
«Sono state un paio d’ore di intrattenimento – prosegue Tinelli -, per il museo questa manifestazione ha rappresentato un accesso rilevante di persone del nord Italia, c’era chi proveniva da Varese, Mantova, Brescia, Bergamo». Tre i concorrenti della zona: Sophia Calestani di Lozzolo, Riccardo Drigo di Quarona e Roberto Savoini di Prato Sesia. «Erano tutti soddisfatti, come per la manifestazione dei bambini alla quale hanno partecipato famiglie che non sono abituali frequentatrici del museo. Abbiamo avuto anche un riscontro economico, non rilevante, ma interessante». Prosegue infatti la raccolta fondi di Fondazione Comunità Novarese, arrivata a 8mila euro raccolti in un anno, con il Covid di mezzo. «Questa raccolta ci dà la possibilità di ripristinare entro la fine del mandato dell’attuale direttivo, le sale che erano state chiuse, come ad esempio quella dei giochi e la parte del primo piano. Occorre però sfruttare altre opportunità quali multimediali di visite a distanza».
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