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Valdilana addio a nonna Rosetta: aveva 106 anni
Valdilana addio a Rosetta Camossa, decana del Biellese con i suoi 106 anni.
Valdilana addio a Rosetta
Si è spenta un mese dopo avere compiuto 106 anni: il Biellese saluta la sua decana Rosetta Camossa, la ultracentenaria originaria di Trivero e ospite alla casa di riposo “Opera Pia Ciarletti” di Pralungo. Il funerale si terrà nella chiesa parrocchiale di Pralungo alle 15 di martedì 1 giugno.
La sua era stata una famiglia longeva: la mamma morì a 100 anni, il papà a 104. Ora Rosetta Camossa con i suoi 106 anni era la donna più anziana del Biellese. Ha vissuto a lungo a Trivero prima di trasferirsi a Biella per lavoro ed era ospite della casa di riposo di Pralungo. Qualche settimana fa ha appunto tagliato il traguardo dei 106 anni festeggiando con le operatrici e operatori della struttura.
La sua famiglia
«Mio papà Adolfo era cavaliere di Vittorio Veneto era sempre richiamato per le guerre – aveva raccontato nella sua ultima intervista – e quindi in casa è stato veramente poco. Era comunque quello più permissivo e forse anche più affettuoso. Quando finalmente si pensava che sarebbe rimasto a casa è stato invece richiamato nei Balcani, lasciando così mia mamma, Emma Giardino, me e mia sorella Stella a casa a occuparsi dei campi e del bestiame». A Trivero Rosetta ha frequentato la scuola fino alla quinta elementare, poi con 14 anni è andata a lavorare in fabbrica, per molti anni ha lavorato da Ermenegildo Zegna. «Ero in fabbrica il giorno in cui Mussolini fece visita agli stabilimenti – raccontava -. Il duce a un certo punto si fermò scherzando con mia sorella Stella, ma lei spaventata fece un salto indietro arrossendo tantissimo».
Il legame con la sorella
Rosetta non si è mai sposata: «Con mia sorella avevo un rapporto bellissimo, eravamo sempre insieme adoravamo andare a ballare e per l’occasione la mamma ci comprava scarpe nuove e orecchini. Insieme passavamo i pomeriggi a cucire e a preparare con la mamma tovaglie e centrini per la chiesa» . Rosetta si era sempre dedicata alla famiglia, era rimasta accanto alla sorella durante la malattia e vicino ai genitori. Un’ altro aneddoto che Rosetta raccontava sovente era legato alla guerra e all’incontro con i “repubblichini” che erano appostati proprio nelle vicinanze di un terreno dove lei e la sorella andavano a raccogliere frutta o verdura o andavano al torrente a lavare le lenzuola. «Un giorno al ritorno sulla nostra strada incontrammo i militari appostati che ci dissero di lasciare tutte le gerle sulla strada e di andarcene da li in fretta. Scappammo e riuscimmo ad avvisare i partigiani».
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