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Valduggia addio al dottor Renato Giulini: una vita a curare gli altri

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Valduggia addio al dottor Renato Giulini: una vita a curare gli altri. Ha dedicato tutta la vita alla medicina, sin dalle prime esperienze in Africa, specializzandosi nella cura delle malattie tropicali, per proseguire l’attività professionale in Valsesia e nel Biellese.

Valduggia addio al dottor Renato Giulini: una vita a curare gli altri

A Valduggia, in frazione Orsanvenzo, domenica è mancato Renato Giulini; aveva 95 anni. Nato a Valduggia il 20 settembre 1924, dopo essersi diplomato all’istituto Rosmini di Domodossola e aver conseguito la laurea in medicina all’Università di Torino, Giulini aveva deciso di trasferirsi in Belgio per conseguire la specializzazione nel campo delle malattie tropicali. Al termine degli studi, visse per diversi anni in Africa, nell’ex Congo belga (l’attuale Repubblica Democratica del Congo), per sperimentare sul campo le ricerche effettuate. La scelta di recarsi all’estero è stata fondamentale anche per la vita privata di Giulini: durante gli anni trascorsi in Belgio ha conosciuto Monique con cui visse il periodo africano e si sposò. Dal loro matrimonio sono nate le figlie Sylvie e Marie Aline. Tornato in Italia, nel 1960, Giulini con la famiglia decise di andare a vivere a Borgosesia e di aprire il suo studio medico, in via Sesone. In quel periodo iniziò anche la collaborazione con la clinica Vialarda di Biella, che portò avanti per diciassette anni. Pur mantenendo lo studio medico a Borgosesia, negli anni Settanta la famiglia si trasferì a Zuccaro di Valduggia, e in seguito a Orsanvenzo.

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Per Renato Giulini il lavoro era una parte essenziale della vita: «Papà amava la sua professione – lo ricorda la figlia Sylvie -, tanto che ha lavorato sino a ottant’anni. Per lui il lavoro non era un dovere, quanto una passione: amava quello che faceva ed era sempre disponibile per i suoi pazienti».

Gli hobby

Nel tempo libero non rinunciava ai suoi hobby: «Gli piaceva stare all’aperto – racconta la figlia -, andare a caccia e a pesca, e in casa si prodigava per le piccole cose, anche come muratore. Seppure fosse sempre a contatto con la gente e presente e disponibile con chi aveva bisogno, non è mai stata una persona estroversa: era riservato, non amava le chiacchiere». Il carattere riservato lo ha dimostrato anche negli ultimi mesi: «Abbiamo trovato una sua lettera con scritto “Non voglio disturbare nessuno, per questo alla mia morte non vorrei ci fosse nulla di grande, niente fiori e nemmeno le campane”. Essendo conosciuto da molte persone non è stato possibile esaudire il suo desiderio, ed eravamo numerosi a portargli il saluto».

Addio

Pochi giorni fa sul sagrato della chiesa di Zuccaro, il parroco di Borgosesia don Ezio Caretti ha celebrato una benedizione per Renato Giulini, insieme al parroco di Valduggia don Dante Airaga (che ha ricordato il defunto a cui era molto legato) e padre Raymond Johnson, sacerdote che segue al comunità di Zuccaro. Giulini ha lasciato la moglie Monique, e le figlie Sylvie con Giovanni Battista, Umberto e Alessandro, e Maria Aline con Giacomo.

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