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Valduggia inflessibile con le multe, ma le strade possono aspettare | LA LETTERA

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Valduggia inflessibile con le multe, ma le strade possono aspettare.

Valduggia inflessibile con le multe

«Premetto che nella mia vita non ho mai preso una multa perché rispettosa verso regole e leggi di ogni sorta. La mia conoscenza mi porta a sapere che su strada priva di segnaletica orizzontale (righe bianche, gialle, blu) e verticale (nessun cartello di divieto di sosta generico o ambo i lati fuori dagli appositi spazi entrando nella strada dal “pozzo delle lacrime”) per l’articolo 157 comma 4 del Codice della strada, ove resta una carreggiata minima di metri 3 per il transito auto, si può parcheggiare longitudinalmente al senso di marcia e col veicolo nello stesso senso, il più possibile vicino al margine destro della carreggiata, lasciando un metro per il passaggio dei pedoni laddove non vi sia marciapiede, consapevole che, pur senza cartelli, non si parcheggia nei pressi di incroci, curve, dossi ecc, dove si può creare pericolo togliendo visibilità (da notare che dopo la farmacia e la piazza la strada consente il passaggio di un auto per volta e i pedoni devono appoggiarsi ai muri delle case). Mi sembra di avere letto da qualche parte che le strisce bianche disegnate sull’asfalto non siano obbligatorie; il Codice della strada si limita a consigliarle alle amministrazioni comunali.

La vicenda

Martedì 26 novembre ho parcheggiato la mia piccola auto prima della farmacia, oltretutto unica auto al momento, nel punto più largo davanti e a un metro circa da una serranda chiusa da decenni, con anche luci accese e 4 frecce lampeggianti in quanto entrata in farmacia, con grande premura e apprensione, per ritirare un farmaco, lasciando mio marito malato solo a casa dopo 24 giorni in cardiologia a Novara.

La strada non è stretta, anzi è il suo punto più largo, e la mia auto non impediva certo il deflusso della circolazione o dei pedoni, lo stesso dicasi fossero state due o tre ben parcheggiate fino davanti la vetrina della farmacia, saltando un portone. Transitando, in oltre trent’anni, ho sempre visto auto ferme (anzi c’era uno spiazzo occupato poi da fioriere), anche se nelle vicinanze c’è un parcheggio (vietato il giovedì per il mercato). Spesso diluvia e la breve sosta di auto, non certo selvaggia, non mi ha mai intralciato nel transitare. Io sono convinta, tecnicamente, di poter parcheggiare in quel tratto, tuttavia almeno un cartello di sosta consentita 15 minuti per andare in farmacia, agevolerebbe clienti che portano magari persone anziane che male deambulano a misurare la pressione o sottoporsi a un veloce esame.

La multa

Uscita in gran velocità ho visto il vigile che stava mettendo la multa sotto il tergicristallo. Ho chiesto la cortesia di annullarsi la multa spiegando, emotivamente provata di mio, il motivo del parcheggio lampo e la premura che avevo. Non conoscevo l’entità della multa (mai prese), ma ho chiesto la “grazia” anche perché, secondo la morfologia della strada e la mancanza di segnaletica, senza manifestarlo, mi sembrava immeritata. Preciso che avendo in questo periodo altra priorità, non ho il tempo per contestare la multa e l’ho pagata il giorno dopo. Il vigile non ha voluto sentire ragioni. Ho faticato a trattenermi, ma l’ho fatto ricordando solo che non ero in una boutique a scegliere una borsa, ma d’urgenza in una farmacia e dare una multa in quel contesto è come “sparare sulla Croce rossa” e me ne sono andata verso la mia priorità.

Lo sfogo

Perché mi sfogo se poi ho pagato la multa? Perché mesi fa ero stata in Comune per segnalare un avvenimento. La strada lungo la Valvometal e la via che dalla Cremosina entra in centro sono piene di tombini sprofondati, per non parlare delle buche nell’asfalto, il tutto pericoloso per auto, moto, biciclette, persone. Quando si percorre il tratto da Valvometal al bivio di Orlonghetto è uno slalom fra i tombini e fra le buche. Un giorno, con auto parcheggiate alla mia destra, incrociando un grosso camion di laterizi, inevitabilmente con la ruota sono entrata nella buca nel tombino, circa 15 o più centimetri. Subito notata la razza del volante stortata e che l’auto non andava più dritta, sono andata in municipio. Sapendo che senza testimoni avrebbero messo in dubbio la veridicità di ciò che avrei detto, non apprezzando chi mette in dubbio la mia onestà, feci la premessa che per questo motivo non ero lì a chiedere i danni, ma a chiedere che, dopo anni, sistemassero quei pericolosi tombini. Mi venne risposto che potevano essere tombini del Cordar o della società del gas (discorso per me senza valenza perché il Comune dovrebbe obbligarli a sistemarli in quanto è il Comune responsabile nella sicurezza). Mi è stato anche detto che avrei dovuto restare con la ruota nel tombino e chiamare i carabinieri per accertare (assurdo: allora, chiunque, se disonesto, rompe altrove l’auto e si infila in un tombino di Valduggia e chiama i carabinieri).

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Danno

Il mio danno, fatturato, fu di 130 euro di meccanico e 30 di convergenza. Dopo un paio di mesi i tombini erano tali e quali e trovata fuori dall’ufficio postale l’auto dei carabinieri, presentandomi, feci presente quanto mi era accaduto affinché sollecitassero il Comune a riparare i tombini. Oggi, negli angoli di quei tombini, c’è una manciata di cemento, non certo riparazione duratura o a regola d’arte. Veniamo al dunque. Anche se risaputo, il Tg1 del 27 novembre, asseriva che le multe vengono date non per fare sicurezza, ma cassa per i Comuni (tipico esempio gli autovelox). Altri hanno preso multe vicino alla farmacia. Un’organizzazione preposta farà verifiche (si spera ovunque) per vedere quanti soldi entrano nei Comuni dato che almeno il 50% va destinato alla sicurezza e manutenzione stradale per far funzionare bene la viabilità e per l’incolumità dei pedoni. Hanno detto che spesso gli amministratori calcano la mano allo scopo di fare cassa e molto spesso è discutibile l’utilizzo del denaro. Spero comunque che con almeno il 50% della mia multa il Comune compri un sacchetto di catrame e chiuda una buca. Ha solo l’imbarazzo della scelta, iniziando dalla piazza del municipio…»

Mariagrazia Sorrentino

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