Attualità
Valsesia accogliente e solidale con i profughi. La lettera di una donna ucraina
Valsesia accogliente e solidale con le persone in fuga dalla guerra in Ucraina: la testimonianza di Mariya Moroz.
Valsesia accogliente e solidale
Mariya Moroz è originaria dell’Ucraina, ma risiede da parecchi anni a Borgosesia. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera di ringraziamento a tante persone che hanno contribuito all’accoglienza di profughi in zona.
«Il 23 marzo di quest’anno, con un pulmino da me organizzato, sono riuscita a far trasportare dall’Ucraina otto miei parenti: da Leopoli mia nuora con la figlia, sua sorella con due bambini e da Kiev mia sorella con la figlia e la nipote. Nei primi giorni li ho provvisoriamente ospitati nel mio appartamento approfittando poi della cortesia di una famiglia vicina che mi ha ceduto una camera per alcune notti per me e mia sorella. Purtroppo l’amministrazione comunale non ha potuto soddisfare la nostra richiesta, tuttavia grazie ad amici e conoscenti sono riuscita ad ottenere ospitalità a Borgosesia presso la famiglia di Ezio Aprile per mia sorella, sua figlia e la nipotina e a Cellio presso la famiglia di Milena Penotti e dei figli Stefano e David per la sorella di mia nuora con i suoi due bambini. Invece mia nuora e sua figlia sono rimaste con me».
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Sincera amicizia
«Devo grande riconoscenza alla Caritas diocesana per la disponibilità sia per gli aiuti di vestiario sia per i costanti rifornimenti di cibo, fossero stati a completo mio carico sarebbe stato proibitivo. I miei famigliari sono arrivati con un piccolo pulmino e non hanno avuto modo di portare con loro valigie, in particolare mia sorella e i suoi, proveniente da Kiev dove ci si rifugiava nelle cantine, è potuta arrivare con poco più degli effetti personali. I volontari della Caritas e Suor Antonia sono stati di un’umanità commovente. Devo però anche ringraziare molte altre persone, vicini di casa, semplici conoscenti, i miei attuali datori di lavoro, alcuni commercianti, e altri con cui negli anni ho avuto modo di collaborare, che in attesa di un aiuto istituzionale hanno con grande generosità contribuito a rendere sostenibile l’accoglienza, dimostrando vera, sincera amicizia e una fratellanza che non avrei immaginato».
L’ospitalità
«Il Sindaco di Cellio si è adoperato per accompagnare a Vercelli per le operazioni di questura i profughi alloggiati in paese. I miei famigliari sono stati registrati, partecipano alle lezioni d’italiano in biblioteca e continuano le lezioni via telematica con la loro scuola perché sperano di poter tornare nelle nostra terra pacificata e libera e di riunirsi con i famigliari rimasti in patria. Nell’ansia delle quotidiane notizie di questa guerra che da parte di qualcuno viene ancora negata, traumatica per tutti, ma in particolare per i bambini, stiamo sperimentando un’ospitalità generosa e disinteressata per cui mi sento in dovere di ringraziare con tutto il cuore».
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