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Varallo pane “del buon auspicio” sfornato a Dovesio | LE FOTO

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Varallo pane

Varallo pane fresco per inaugurare ufficialmente l’antico forno ristrutturato.

Varallo pane nell’antico forno

Il profumo del pane appena sfornato ha allietato Varallo. Domenica, in una giornata dal sapore estivo, l’inaugurazione ufficiale del ristrutturato forno delle frazioni Arboerio e Dovesio di Varallo. Come ogni inaugurazione che si rispetti al taglio del nastro il sindaco Eraldo Botta con il vice Pietro Bondetti e la consigliera comunale Nathalie Ricotti. Non poteva mancare anche il parroco don Roberto Collarini che ha detto ai presenti: “Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per la ristrutturazione di questo forno storico frazionale e in particolare Clara Dealberto (anima della frazione, fabbriciere della locale chiesetta dei santi Quirico e Giulitta, ndr). Benedico questo forno perché possa diventare il luogo dove l’impasto di farina e acqua possa creare il cibo quotidiano per chi vuole vivere convivialmente la quotidianità nelle frazioni, perché siano sempre più vive, belle e creative».

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La struttura

Il forno non è al momento databile se non per una ristrutturazione avvenuta nel 1800. Lo sportello della bocca è identico a quello che si trova in forni di Varallo e Alagna datati intorno al 1400.
Anche Botta ha voluto ringraziare questa piccola ma operosa comunità e ha sottolineato: “Porterò tutto questo a esempio non solo a Varallo ma anche in provincia, di cui sono il presidente, perché piccole cose come questa sono segno della coesione di una comunità dove ognuno mette un pezzettino di suo per la collettività e soprattutto un pezzo di cuore per recuperare le antiche tradizioni». In effetti, Paola Gilardone di Riva Valdobbia l’artefice panificatrice, ha prodotto il pane di segale e canapa secondo le antiche tradizioni Walser. Lavorazione di 24 ore con pre impasto, usando solo lievito madre e farine genuine certificate per purezza, prodotte con energia pulita. Ha infornato la cosiddetta “Nuocera” ovvero l’ultima forma di pane che chiude l’infornata e che riporta i simboli della cristianità: la croce, i chiodi della croce e il simbolo IHS al centro. Il pane del buon auspicio per tutta la comunità.

Le tradizioni

«Bisogna insegnare ai ragazzi queste cose e trasmettere loro queste tradizioni – conclude il sindaco Botta – dimostrare come i nostri vecchi vivevano in questi luoghi con poco ma benissimo, riscoprire questi rituali e la loro bellezza in un mondo che alza ogni giorno l’asticella e abbassa la qualità della vita. Vi ringrazio e dico che voglio bene a una bella comunità come questa che ha saputo fare un piccolo ma straordinario gesto».
Il tutto è terminato con una grande tavolata sul sagrato della chiesa dove il pane appena cotto, che ha inondato col suo fragrante profumo le frazioni, è stato finalmente consumato con prodotti freschi, genuini e ottimo vino.
Appuntamento alla prossima panificazione del 2020 ma non si esclude anche la cottura della “pizza”, forse non proprio nella tradizione valsesiana ma che ormai è entrata a far parte delle nuove tradizioni nell’evoluzione interculturale di tutte le regioni.

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