Attualità
Visita alle stamperie del Bresciano per gli studenti di terza e quarta meccanica dell’Itis
Gli studenti hanno potuto toccare con mano e fare esperienza diretta riguardo alla produzione di semilavorati in ottone.
Gli studenti dell’Itis Lirelli hanno visitato due stamperie del Bresciano nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro.
«Grazie all’interessamento della ditta “Tosi fratelli srl” di Varallo – racconta l’insegnante Simone Lugli – gli studenti delle classi terze e quarte a indirizzo meccanico hanno potuto visitare una delle trafilerie più grandi d’Italia nel campo della lavorazione delle barre di ottone: la “Metallurgica San Marco” di Calcinato (Brescia). Dopo una breve premessa teorica tenuta dai responsabili dell’azienda bresciana, i giovani valsesiani hanno potuto assistere al ciclo completo per la creazione dei semilavorati in ottone».
Terminata la visita alle trafilerie, la scolaresca si è spostata alla “Press metalli” di Ponte Zanano dove avviene la successiva lavorazione di stampaggio per la creazione dei semilavorati di rubinetteria e non solo.
«Siamo stati molto felici di partecipare a una simile esperienza – è il commento degli studenti della classe quarta B -. Avevamo approfondito gli argomenti sui libri di testo, ma oggi abbiamo potuto toccare con mano e fare esperienza diretta riguardo alla produzione di semilavorati in ottone la cui importanza è strategica per le aziende del territorio in cui, nel prossimo futuro, potremmo andare a lavorare. Avevamo già partecipato ad altre iniziative nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, ma dobbiamo dire che questa è stata tra quelle che più ci hanno arricchiti in termini di competenze. Riuscire ad entrare in stabilimenti ad alto rischio per la sicurezza in tanti e osservare da vicino ciò che accade sulle linee di produzione è certamente un’occasione per pochi. Va detto che la scuola e gli insegnanti ci hanno formati e preparati adeguatamente anche per questo tipo di attività e che quindi per noi rispettare le regole degli accompagnatori durante le visite è stata una cosa quasi normale, che è nel nostro vivere quotidiano».
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