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L’ultimo regalo di Chiara: donate le cornee. L’abbraccio di Quarona

Celebrato il funerale del 19enne morta l’altra settimana per una crisi respiratoria.

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L’ultimo regalo di Chiara: donate le cornee. L’abbraccio di Quarona. Celebrato il funerale del 19enne morta l’altra settimana per una crisi respiratoria.

L’ultimo regalo di Chiara: donate le cornee

Sabato mattina la comunità di Quarona e anche una rappresentanza del liceo di Borgosesia si sono stretti intorno alla famiglia di Chiara Innocenti, la ragazzina morta l’altra settimana ad appena 19 anni, a seguito di una crisi respiratoria che si è aggravata sino al decesso.

La famiglia Innocenti ha deciso di donare le cornee di Chiara, così qualcuno potrà ancora guardare il mondo con i suoi occhi. Le offerte raccolte durante le esequie e quelle che arriveranno nel ricordo della ragazza saranno poi devolute a un ente benefico.

L’abbraccio di Quarona

Il funerale è stato celebrato in una chiesa parrocchiale gremita, dopo di che il feretro è stato accompagnato al tempio crematorio. Ma già nel tardo pomeriggio di venerdì la chiesa ha ospitato un rosario che di fatto è stato una vera e propria veglia di preghiera, anche questa molto partecipata.

Del resto, la vicenda di Chiara è una di quelle che toccano un intero paese, e non solo. La ragazza si era diplomata da poche settimane al liceo scientifico “Ferrari” di Borgosesia, ottenendo anche un bel 100 al termine dell’esame. Aveva frequentato il corso di scienze umane e doveva decidere la facoltà universitaria: le opzioni erano sociologia oppure psicologia.

Gravi problemi respiratori

Ma purtroppo non ha avuto tempo di decidere nulla. Mercoledì 17 luglio è intervenuto il 118, chiamato perché la ragazza aveva problemi sempre più gravi nella respirazione.

Inizialmente Chiara è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Borgosesia, ma è poi subito stata trasferita al “Maggiore” di Novara. Qui però le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate nonostante gli sforzi del medici, fino al decesso sopraggiunto giovedì 18 luglio.

La ragazza viveva in frazione Valmaggiore a Quarona assieme ai genitori Simonetta e Carlo, entrambi dipendenti dell’Asl, e alla sorella Silvia. Oltre a loro, ha lasciato anche nonne, zii, cugini e altri parenti.

L’indagine

Subito è partita un’indagine sul caso, tant’è che il magistrato ha ordinato l’autopsia proprio per chiarire le cause del decesso, e cercare di ricostruire la catena degli eventi che ha portato alla tragedia. Da verificare che non vi siano negligenze o responsabilità precise da parte di qualcuno.

In attesa dei riscontri dell’indagine, questi giorni per Quarona sono stati il momento dell’addio. Durante la veglia di venerdì il parroco padre Matteo Borroni ha invitato tutti a «rendere grazie al Padre per i molti doni del suo amore e per averci donato la presenza e l’amicizia di Chiara».

Il canto Navajo e il racconto di padre Matteo

E’ stato letto anche il famoso canto Navajo dedicato proprio al lutto: «Non restare a piangere sulla mia tomba: non sono qui. Non sto dormendo. Io sono mille venti che soffiano. Sono lo scintillio del diamante sulla neve. Sono il sole che brilla sul grano maturo. Sono la pioggia lieve d’autunno… Non piangere sulla mia tomba, non sono lì, non dormo».

Padre Matteo ha ricordato una piccola esperienza del suo recente viaggio a Lourdes: «Improvvisamente il pullman ha frenato e dentro è cascato tutto: bagagli, oggetti. Quindi c’è stato bisogno di rimettere tutto in ordine. E così è la vita: a volte ci casca il mondo addosso, e poi ci tocca riordinare».

Rappresentanze

Sabato mattina alle esequie c’erano anche rappresentanti dell’amministrazione comunale in rappresentanza di tutto il paese; c’era il Tricolore del liceo di Borgosesia, dove Chiara aveva studiato sino a poche settimane fa.

E c’era anche il gonfalone del Soccorso alta Valsesia portato da Valerio Lanfranchini, volontario sulle ambulanze di Alagna: questo perché anche Carlo Innocenti, papà di Chiara, è stato a lungo autista di ambulanza all’ospedale di Varallo e poi a Borgosesia, ed era lui stesso tra i soccorritori del Sav.

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