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Quarona, partito il corso di autodifesa diventato un caso nazionale
In palestra il primo dei quattro incontri. In consiglio comunale la replica del sindaco.
Quarona, partito il corso di autodifesa diventato un caso nazionale. In palestra il primo dei quattro incontri. In consiglio comunale la replica del sindaco.
Quarona, partito il corso di autodifesa diventato un caso nazionale
Dopo essere diventato un caso nazionale, con servizi sulle reti televisive e interrogazioni al ministro, è partito il discusso corso di difesa personale organizzato dal Comune di Quarona. Nella serata di ieri, mercoledì 22 marzo, la prima delle quattro lezioni in palestra.
Il dibattito in consiglio comunale
Poche ore prima, il sindaco Francesco Pietrasanta ha voluto leggere un lungo intervento in sede di consiglio comunale per chiarire meglio la sua posizione. Il corso, ha spiegato, ha due finalità: primo, «offrire alla cittadinanza la possibilità di imparare tecniche di autodifesa passive e attive. In primis la prevenzione, la consapevolezza della situazione di pericolo che si sta affrontando e quindi il comportamento da tenere».
In secondo luogo, si tratta anche di «una presa di posizione politica di questa amministrazione, dopo i fatti di Firenze e Torino, per cui bisogna prendere posizione contro tutti i totalitarismi, senza fare differenza alcuna, e contro tutte le violenze e le delinquenze anche quelle giustificate da fini politici o anarchici. Inoltre il temuto “schiaffo educativo” è simbolico, non ha nulla a che vedere con metodi e strumenti pedagogici. E’ una presa di posizione per suggerire, provocatoriamente, che serve mano ferma contro gli atti di violenza e la delinquenza con pene più severe da parte dello Stato».
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Massimo Platini
23 Marzo 2023 at 13:43
La violenza non si combatte con la violenza.
La presentazione del corso, così come presentata dal sindaco è veramente una violenza alla ragione. Ho la fortuna di non essere cittadino di Quarona.
Gianfranco Maggi
23 Marzo 2023 at 22:09
Piccola fortuna, Massimo. Sindaci cowboys alla Trump sono un po’ ovunque. I fatti di Firenze e Torino? Se ne devono occupare le forze dell’Ordine e non il John Waine valsesiano.