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Cronaca

“Cara nonna”: la polizia smantella la banda delle truffe agli anziani

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“Cara nonna”: è stata chiamata così la complessa operazione della polizia di Novara, che ha portato a nove misure cautelari, a tredici decreti di perquisizione personale e locale e a numerosi sequestri a Novara e in provincia.

“Cara nonna”

L’operazione della squadra mobile di Novara, coordinata dalla Procura locale, ha permesso di individuare un’associazione a delinquere, a carattere transnazionale, che si dedicava a truffe aggravate a danno delle persone anziane. Lo riporta Prima Novara. Le vittime erano di età compresa tra i 60 e i 95 anni. I responsabili usavano una base logistica in Polonia e una “centrale operativa” a Novara.

La dinamica

Le vittime venivano chiamate per telefono dai responsabili che si fingevano loro parenti. Con la scusa di avere causato un incidente o di essere in pericolo di vita a causa del Covid19, convincevano la vittima ad aiutarli con il denaro e i preziosi presenti in casa. A quel punto un complice veniva inviato da loro per ritirare il bottino.

Le indagini

L’attività investigativa ha avuto inizio nel mese di marzo 2020 quando una donna ultraottantenne, che già in precedenza aveva ricevuto una richiesta analoga, ha ricevuto una telefonata dal finto “nipote” che, dopo aver causato un sinistro stradale con feriti, le comunicava di trovarsi dal notaio perché doveva immediatamente risarcire il danno, altrimenti sarebbe stato arrestato. La donna, memore di quanto già occorso in precedenza, aveva finto di credere a quanto le stava accadendo e nel contempo aveva chiamato il 112. L’immediato intervento degli investigatori aveva condotto all’arresto in flagranza del giovane che si era presentato per ritirare il bottino e di dare così il via alle indagini.

Gli episodi

Sono una cinquantina gli episodi accertati, avvenuti tra gennaio e agosto 2020 nelle province di Novara, Vercelli, Como e in Svizzera. I referenti dell’organizzazione sarebbero dei cittadini rom di etnia polacca da decenni residenti a Novara. Secondo le indagini, avrebbero agito in base a precise direttive che giungevano dalla base logistica estera.

Gli arresti

Sono state emesse quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di L.D., 46 anni, e di B.B., 32 anni, (coniugi), C.N., 21 anni, e di L.M., 36 anni, tre custodie cautelari domiciliari nei confronti di K.Y, 21 anni, K.H., 27 anni, e di E,A,, 23 anni, nonché due misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla p.g. nei confronti di P.G., 23 anni, e di E.O., 22 anni. Durante l’attività di indagine erano stati eseguiti cinque arresti in flagranza di reato.

Il bottino

Il provento stimato delle truffe ammonta a circa 400.000 euro, tra denaro e gioielli; gli oggetti di valore, solitamente, venivano inviati in Polonia con lo scopo di riciclarli, monetizzarne il valore e farne così perdere le tracce.

L’appello

La Polizia di Stato invita le persone vittime di questi reati nel richiedere sempre l’intervento delle forze dell’ordine. Spesso queste tipologie di truffe vengono tenute nascoste dalle vittime per dei sensi di vergogna e di colpa.

A volte le circostanze vengono tenute nascoste anche ai famigliari stretti, proprio per un senso di vergogna e pudore, ma è bene ribadire invece che solo la denuncia e il racconto dei fatti, per quanto dolorosi, rappresentano l’unica possibilità per incastrare i colpevoli, evitando così che possano danneggiare altre persone.

Immagine di repertorio

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