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Cronaca

Coggiola, troppe vecchie baite ”condannate” dalle tasse

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Su Facebook le proposte per donare nuova vita agli antichi insediamenti.

Recuperare le antiche baite nella zona di Coggiola: un’idea che arriva da alcuni utenti di Facebook, dispiaciuti nel vedere il decadimento degli insediamenti storici. Si tratta perlopiù di vecchie baite sui monti, anticamente usate come alpeggi e in seguito abbandonate per via del boom economico del tessile.Oggi le vecchie baite rappresentano solo un’imposta in più da pagare per i proprietari e così sempre più spesso vengono abbandonate e lasciate al proprio destino. Tant’è che si sospetta che alcuni casi il “cedimento” del tetto non sia dovuto alle intemperie ma alla mano del titolare stesso, che in questo modo può chiedere l’esenzione. 

Qualche anno fa il Catasto aveva proceduto a una mappatura mediante drone, per poi confrontare i dati. Oltre a capanni e depositi, una buona fetta riguardava immobili rurali che ormai non lo sono più, infatti per mantenere le esenzioni i proprietari devono dimostrare di esser registrati imprenditori agricoli iscritti alla Camera di commercio. E nei mesi scorsi sono arrivate anche le imposte da pagare per queste vecchie baite che sono diventate sempre più un peso per i titolari. 

Diverse le idee lanciate per recuperarle: c’è chi propone di recuperare gli antichi nuclei per riqualificarli e realizzare strutture turistiche. Con i vari bandi di fondi europei aperti, magari qualche possibilità potrebbe venire fuori. Nonostante appelli e progetti, ormai le baite a Coggiola sembrano rappresentare un peso e basta.  E dire che in passato questo angolo di montagna venne definito “La piccola Svizzera del Bielles”.

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