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Cronaca

Colpo allo spaccio in bassa Valsesia: condannato capo degli spacciatori

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Colpo allo spaccio in bassa Valsesia: condannato capo degli spacciatori. Epilogo di una vicenda che ha visto protagonista diversi boschi da Cavallierio a Prato.

Colpo allo spaccio in bassa Valsesia: condannato capo degli spacciatori

Abdennabi Barrim, 34 anni, conosciuto come “Stefano”, era ritenuto il capo degli spacciatori che operavano nei boschi di Cavallirio, Borgomanero, Gargallo, Ghemme, Gozzano, Boca, Pogno, Prato Sesia, Gattico e San Maurizio d’Opaglio, ma anche nelle province limitrofe, come Vercelli e Verbania. Nel luglio 2016 venne condannato in primo grado dal tribunale di Novara a sette anni e quattro mesi con rito abbreviato. Poi un anno dopo in Corte d’Appello a Torino avevano quasi dimezzato le pene a tutti gli spacciatori coinvolti. Questa sentenza era poi stata annullata in seguito alla decisione della Cassazione. Il processo è ripartito in tempi brevi e ora il capo dei pusher è stato condannato da un’altra Corte d’Appello, questa volta in via definitiva, a 5 anni e 20 giorni di reclusione oltre a 15.900 euro di multa. Il collegio giudicante ha rigettato le richieste della difesa.

L’indagine

L’indagine era partita a seguito di alcune segnalazioni che indicavano una continua attività di spaccio nei boschi del Borgomanerese. Un primo controllo fu eseguito a Cavallirio nell’area di via Dei Querceti. I militari avevano verificato un anomalo viavai di persone e mezzi riconducibile certamente a un’illecita attività di spaccio. Avevano così sentito anche una serie di telefonate ricevute dagli spacciatori con alcuni clienti scoprendo che in realtà l’area di azione era molto vasta.
La banda prediligeva soprattutto lo smercio nei boschi per non dare nell’occhio, i pusher si posizionavano lungo le stradine dove le auto potevano accedere senza problemi, al segnale uscivano dalla boscaglia già con le sostanze stupefacenti da vendere, lo scambio di droga e soldi avveniva in pochi istanti.

Il traffico di sostanze stupefacenti era importante, si parla di centinaia di grammi di cocaina, hashish ed eroina alla settimana smerciati nei boschi. Per i carabinieri è stato un lavoro lungo e particolareggiato per andare a ricostruire la fitta rete di spacciatori, insieme a “Stefano” infatti erano finiti nei guai anche altri tre nordafricani con diversi ruoli all’interno dell’organizzazione criminale.

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