Cronaca
Delitto Roasio: perché i giudici hanno assolto anche Cangialosi
Delitto Roasio: quasi 14 anni dopo, la morte di Matilda Borin, di soli due anni, rimane avvolta nel mistero.
Delitto Roasio senza colpevole
Chi ha ucciso la piccola Matilda Borin, la bimba di Roasio deceduta nel 2005 dopo avere subito gravi lesioni agli organi interni? Le indagini dell’epoca non hanno consegnato una “prova regina”. E diventa impossibile trovare un colpevole. Lo mettono nero su bianco i giudice della Corte d’Assise d’Appello nella sentenza di assoluzione verso Antonio Cangialosi. L’ex bodyguard era finito sotto processo dopo l’assoluzione in tutti i gradi di giudizio di Elena Romani. Una sconfitta per la giustizia come aveva già anticipato il procuratore generale Marcello Tatangelo nella sua requisitoria in cui aveva chiesto l’assoluzione di Cangialosi. Nelle motivazioni della sentenza depositata nei giorni scorsi i giudici scrivono: «Sebbene si possa dare per certo che solo due persone possano aver commesso un determinato delitto, l’assoluzione di una non può dimostrare da sola la colpevolezza dell’altra. Perché occorre comunque una prova positiva della responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio ed è ben possibile che gli elementi a disposizione non ne consegnino di adeguate».
Le prime indagini
Quando nel 2005 partirono le indagini i sospetti si convogliarono sulla madre, ma nessuno approfondì la posizione del compagno. Cangialosi non venne neppure rinviato a giudizio. E i giudici d’appello sempre nella motivazione della sentenza di assoluzione spiegano: «Se non esistono prove contro l’imputato è anche per colpa di indagini non sufficientemente aperte nella ricerca di ulteriori elementi nei confronti di entrambi».
Durante questi anni di processo sia gli avvocati della donna, Tiberio Massironi e Roberto Scheda, che dell’ex compagno, Sandro e Andrea Delmastro contestarono il fatto di non aver mandato sotto processo entrambi. Dal confronto in sede processuale sarebbero potute uscire nuove prove.
Niente indizi
In questi anni nei confronti di Antonio Cangialosi non sono sorte nuove prove a suo carico. E la corte aggiunge: «E’ certo che sulla base degli elementi a disposizione non sia possibile estrapolare anche un solo indizio fornito di adeguata univocità e consistenza a carico di Cangialosi». E comunque nella sua lunga motivazione la corte presieduta da Fabrizio Pasi ha sottolineato: «Uno dei due è certamente colpevole dal momento che entrambi hanno negato di aver colpito Matilda, e certamente l’uno o l’altro ha mentito». Non si saprà mai chi.
Nella foto, l’avvocato Andrea Delmastro con Antonio Cangialosi
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