Cronaca
GALLERY: Un ferito nelle grotte di Bondaccia, ma è una esercitazione
Il Soccorso alpino ha organizzato un test di due giorni nelle grotte del Monte Fenera
Un ferito rimane bloccato nella grotta della Bondaccia nel monte Fenera. Ma per fortuna è solo una simulazione per l’esercitazione organizzata dal Soccorso alpino della Valsesia e della Valsessera e la delegazione speleologica che ha la responsabilità del Piemonte e della Valle D’Aosta.
Le operazioni di recupero sono iniziate sabato 21 con l’invio di una squadra di speleosoccorritori; questi hanno raggiunto l’ingresso della Grotta della Bondaccia che si apre a quota 690 m sulle pendici del Monte Fenera sopra l’abitato di San Giulio. Un medico specializzato in soccorso in ambiente ipogeo ed i tecnici addestrati per il primo intervento si sono addentrati calandosi nella grotta tramite tecniche di progressione su corda ed hanno raggiunto il luogo dell’incidente simulato sul fondo della grotta a 492 m dall’ingresso. Hanno quindi prestato il primo soccorso e condizionato il figurante mettendolo in sicurezza, stabilizzandolo e valutandone le condizioni mediche. Intanto, altre squadre hanno realizzato una speciale linea telefonica in grado di garantire le comunicazioni da ogni punto della grotta all’ingresso e da qui, via ponte radio, fino al campo base realizzato più a valle, dove è stata allestita la Direzione congiunta delle operazioni. Comunicate all’esterno le condizioni del ferito, dalla direzione operazioni è stato pianificato il recupero: due squadre di tecnici attrezzisti speleo si sono alternate lungo il percorso allestendo speciali dispositivi di recupero su corda che hanno permesso alla barella col ferito – accompagnata da numerosi tecnici barellieri – di risalire in condizioni di sicurezza i tratti verticali ed i meandri fino all’esterno. Qui il medico speleologico ha passato le consegne all’infermiere ed al medico specializzati in soccorso medicalizzato in ambiente alpino, anch’essi appartenenti al CNSAS. Insieme hanno nuovamente valutato le condizioni del ferito trasferendolo dalla barella speleo, adatta per essere movimentata con tecniche di recupero in grotta, alla barella alpina, realizzata per il trasporto in montagna.
Nelle ore precedenti, i tecnici di soccorso alpino avevano lavorato all’esterno della cavità predisponendo tutti gli accorgimenti necessari per ricevere ed assicurare la barella all’uscita dalla grotta e farle poi superare in sicurezza il ripido pendio che ancora separava il ferito dal punto più vicino raggiungibile da una ambulanza.
L’esercitazione, è proseguita senza interruzioni durante la notte e si è conclusa domenica 22 con un pieno successo.
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