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Cronaca

Ghemme nell’incubo dei bolli auto: spariti anche i versamenti del 2015

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In arrivo in questi giorni le contestazioni dalla Regione

Bolli auto a Ghemme: nuove contestazioni per alcuni cittadini che hanno pagato l’imposta alla tabaccheria Bonassi. In questi giorni, infatti, dalla Regione stanno arrivando altre contestazioni per il mancato versamento delle tasse automobilistiche del 2015. Per qualcuno si tratta del quarto bollo auto da ripagare per la seconda volta.

Intanto, intorno alla vicenda dei “bolli fantasma” scoppiata ormai più di un anno fa, c’è da segnalare anche un balletto di cifre. Nel processo penale, infatti, al tabaccaio di Ghemme verrà contestata una cifra di poco superiore ai 29mila euro, riferita alle denunce presentate nei suoi confronti da 165 persone. Questo dato è contenuto nel fascicolo di chiusura delle indagini. Ma in realtà la cifra complessiva “sparita” sarebbe ben superiore: circa 200mila euro, secondo i calcoli (per forza di cose approssimativi) fatti dall’avvocato Luigi Rodini, che sta seguendo la class-action contro Regione e agenzia dei monopoli. Questo significa, ovviamente, che la gran parte delle persone che ha ricevuto gli avvisi di ripagare il bollo, avrebbe poi deciso di non denunciare l’esercente in sede penale.

Peraltro l’udienza del processo, fissata a metà gennaio, non si terrà. L’avvocato Sergio Iavelli, legale di Bonassi, infatti, ne chiederà il rinvio per poter riunire tutte le cause in un unico procedimento. E peraltro il tabaccaio di Ghemme continua a professarsi innocente e vittima a sua volta di una truffa da parte dell’agenzia che gestiva il servizio riscossione.

In attesa del processo, in cui il gruppo di ghemmesi che ha dato vita alla class-action si costituirà parte civile, Rodini conferma l’intenzione di fare ricorso al Tar. Non per recuperare le somme versate (il bollo auto infatti andrà per forza ripagato) ma per chiedere di colmare un vuoto normativo e tutelare così coloro che dovessero trovarsi in futuro nella stessa condizione. E dimostrare inoltre che la Regione non ha fatto tutti i controlli preventivi per evitare che potesse succedere quello che poi è successo.

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