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Cronaca

Inchiesta sulla funivia: non hanno funzionato i freni di emergenza

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Inchiesta sulla funivia: non hanno funzionato i freni di emergenza. Spezzato il cavo di traino, la cabina è partita all’indietro e poi è precipitata al suolo.

Inchiesta sulla funivia: non hanno funzionato i freni di emergenza

Si ricostruisce con più precisione la dinamica della tragedia sul Mottarone, che ha portato 14 persone (tra cui due bambini) a perdere la vita nella caduta di una cabina della funivia.

Quello che appare certo è che a spezzarsi è stato il cavo di traino, quello in pratica che tira la cabina appoggiata sul più grosso cavo portante. In quel momento si era a poco più di 100 metri dalla stazione di arrivo sul Mottarone.

La discesa e il volo

A quel punto, secondo le misure di sicurezza, esiste un dispositivo a ganasce che dovrebbe bloccare la cabina sul cavo portante, in modo da evitare che cominci a scivolare all’indietro per la forza di gravità. Ma a quanto pare questo dispositivo frenante non ha funzionato.

Tant’è che la cabina è subito partita ad alta velocità verso valle, ha superato un pilone e appena dopo si è staccata, schiantandosi sul pendio. Ha cominciato a rotolare e alla fine è stata fermata da alcuni grossi albero. In tutto, alcune centinaia di metri. Morte 14 persone sulle 15 che erano a bordo, si è salvato solo un bambino, gravissimo all’ospedale.

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1 Commento

1 Commento

  1. alessandro belviso

    24 Maggio 2021 at 14:00

    una idea di causa ce l’avrei ma è decisamente remota e fuori dai normali controlli che sarebbe da considerarsi inconsapevole ed io, non sapendone nulla, mi astengo, diverso il freno lì potrebbe essere negligenza. il fermo di mesi avrebbe influito decisamente ma solo se confermato dalla natura dello strappo del traente.
    in italia non c’è una strage in cui i responsabili con dolo o negligenza consapevole siano mai stati trovati ed appesi come, ormai un lontano ricordo, a piazzale loreto.
    e poi continuano a propinarci nuove grandi opere come panacea economica si ma per i loro mandatari, ma il benessere abitativo è altro e passa per il controllo dell’esistente “la manutenzione”, non solo un’insieme di norme cosidette della sicurezza che di spessore hanno solo le risme di carta su cui sono stampate con relativi costi applicativi ed anche interpretativi.
    requiem e auguri al piccolo che avrà un difficile futuro

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