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Inseguimenti e mail inopportune: docente nei guai per stalking

Tra il 2021 e il 2022 avrebbe trasformato le lezioni in ossessione. Lui nega: “Volevo solo che studiasse di più”. E’ accaduto nel Torinese.

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Inseguimenti e mail inopportune: docente nei guai per stalking. Un biglietto con il numero di telefono consegnato al bar. Poi, una lunga scia di telefonate, mail, pedinamenti in auto, persino inseguimenti sulla direttissima Torino-Caselle. È il racconto che una studentessa 27enne di Caselle ha portato in tribunale, accusando un suo ex professore della scuola superiore serale di Torino di atti persecutori.

Inseguimenti e mail inopportune: la vicenda

I fatti risalgono al periodo tra il 2021 e il 2022, durante l’anno scolastico. L’uomo, un docente oggi 66enne e residente a San Maurizio Canavese, è finito a processo con l’accusa di stalking. Secondo l’accusa, avrebbe cercato più volte un contatto con l’allieva, sia all’interno sia all’esterno della scuola, fino a spingerla a cambiare abitudini e tragitti, temendo di incontrarlo ancora. La vicenda è emersa quando la studentessa, assistita dalla legale Arianna Maria Corcelli, ha deciso di denunciare quanto stava subendo. Durante il processo, ha raccontato che l’uomo si sarebbe posizionato con l’auto davanti alla sua, rallentando improvvisamente, tentando di costringerla a fermarsi. In altre occasioni avrebbe insistito per incontrarla fuori dall’orario scolastico, anche in luoghi insoliti, come nei pressi di un istituto psichiatrico.
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Il comportamento, stando a quanto riferito dalla pubblica accusa, avrebbe avuto effetti concreti sulla vita della giovane donna, che ha smesso di percorrere la strada abituale per tornare a casa dopo le lezioni.

La difesa: “Solo consigli didattici, nessuna ossessione”

Davanti alla giudice il professore ha negato ogni addebito. Assistito dagli avvocati ha parlato di un rapporto esclusivamente scolastico, ammettendo di averla contattata “per motivi didattici” e definendo le dinamiche denunciate come semplici coincidenze legate al traffico urbano.  La vittima si è costituita parte civile e ha chiesto un risarcimento provvisionale da 10 mila euro. La sentenza è attesa per martedì 30 settembre.

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