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Cronaca

Ragazzino abusato dal catechista a Valdilana: parla la madre

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«Mamma, mi è capitata una cosa che non mi sembra giusta…». Storia di M, uno dei ragazzi abusati.

Ragazzino abusato dal catechista a Valdilana: parla la madre

«Mamma, non mi sembra una cosa giusta quella che mi è capitata». Sono state queste le parole di M. il ragazzo che, nel 2016, ha subito un abuso sessuale dall’ex catechista di Valdilana. Il secondo caso, dopo quello accaduto nel 2015 al santuario della Brughiera ai danni di un tredicenne. La famiglia di M. viene spesso in zona, dove ha una casa.

«Mio figlio all’epoca aveva 16 anni – racconta la mamma –. Il fatto è successo in un ritiro spirituale a Margosio. Una situazione che normalmente si ritiene più che sicura. Quello che trovo assurdo è che, nonostante le nostre denunce, la giustizia ci abbia messo ben sei anni per emettere una condanna. E nel frattempo lui era libero, tant’è che nel 2020 ha coinvolto un altro ragazzo, un’altra famiglia. Per questo genere di reati a mio avviso bisognerebbe prendere subito dei provvedimenti per evitare queste situazioni drammatiche».

Un dramma vissuto per anni cercando di avere giustizia e soprattutto cercando di proteggere il ragazzo, che aveva subito raccontato tutto ai familiari. Infatti M. aveva spiegato che quell’uomo gli aveva chiesto di scattargli delle foto particolari, durante il ritiro spirituale. Il minorenne era stato sistemato in camera con il catechista.

«Mio figlio – continua la mamma – è un ragazzo autistico, anche se è autonomo in tutto. Ha la sua vita ma questo fatto lo aveva colpito profondamente e traumatizzato. La scelta è caduta proprio su un soggetto fragile, ma mio figlio ha capito che qualcosa non andava e ci ha descritto quello che ha subito. Abbiamo dovuto ripristinare il suo equilibrio, e non è stato certo facile. È stato doloroso, tragico: mio figlio ha dovuto fare svariate sedute psicoterapeutiche. Il malessere è difficile da cancellare, ma ora va meglio. Quando sai cosa è successo il tuo cuore va in mille pezzi, crolli, ma ti chiedi cosa puoi fare per evitare che succeda ancora».

I genitori hanno spiegato al ragazzo che, una volta iniziato l’iter giudiziario, avrebbe dovuto raccontare la sua vicenda più volte, proprio per aiutare altri coetanei a non subire abusi di questo genere. «Devo dire – spiega la mamma – che ho sempre trovato persone umane che mi hanno aiutata e indirizzata. Sono stati molto delicati. Come ho detto mi spiace che non sia stato fermato subito. Ora vogliamo mettere una parola fine a questa brutta vicenda, all’iter a cui abbiamo dovuto sottoporci. Mio figlio ora sta bene e questo è l’importante. Dobbiamo lasciarci alle spalle questa vicenda terribile e pensare che abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di far sì che non accadano più altri episodi del genere, con tutto il dolore che ne consegue. Per non ripetere una brutta storia. Un ringraziamento va all’avvocato Alessandro Romeo del foro di Novara che è stato un valido appoggio legale ma anche umano. Parlare di certe cose non è facile e bisogna trovare qualcuno che ti porti per mano e che sia delicato con un ragazzo. Ci sono momenti dove ti senti perso, deluso, hai la rabbia, la speranza. Poi arriva la fine e finalmente si può voltare pagina».

Sono state necessarie lunghe trafile giudiziarie prima di arrivare a sentenza per i due casi di violenza sessuale avvenuti nel Triverese

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