Cronaca
Roasio: una canzone della Pausini ”copre” l’indizo-chiave del delitto
Non si riescono a decifrare le parole pronunciate dalla madre di Matilda in auto
Sono passati undici anni dalla morte della piccola Matilda Borin, la bimba di 22 mesi uccisa nella villetta di Roasio il 2 luglio 2005. L’altro giorno si è tenuta l’ennesima udienza, ma ancora una volta tutto si è concluso con un nulla di fatto. Dopo aver mandato sotto processo la madre Elena Romani, poi assolta in tutti i gradi di giudizio, ora il dito è puntato contro Antonio Cangialosi, ex compagno della Romani al tempo dei fatti e unica altra persona presente in quella casa al momento del delitto. Il suo legale, l’avvocato Andrea Delmastro, aveva chiesto di poter procedere all’esame della registrazione ambientale fatta al tempo dell’inchiesta dove la madre in auto sembrava auto-accusarsi.
L’intercettazione era disturbata da una canzone di Laura Pausini e dai rumori dell’abitacolo dell’auto. Il perito incaricato però non è riuscito a pulire i nastri e a dare una interpretazione oggettiva delle frasi, è stato possibile solo carpire parole e frasi sconnesse qua e là. Il giudice ha deciso di assegnare un nuovo incarico a un altro perito. Il processo è stato aggiornato a metà luglio per dare l’incarico. La madre Elena Romani si è costituita parte civile nella vicenda.
Insomma, a distanza di undici anni però non c’è ancora una verità per la morte della piccola. Si sa che a causare il decesso è stato un colpo ricevuto alla schiena, ma non è stato possibile capire chi l’ha sferrato. Ora dopo aver assolto Elena Romani in tutti i gradi di giudizio è stato mandato sotto processo l’ex bodyguard Cangialosi, ma in tutti questi anni, come sottolineato dal suo legale, a suo carico non sono mai uscite nuove prove di colpevolezza. Addirittura a inizio del procedimento giudiziario dieci anni fa non era stato neppure rinviato a giudizio.
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