Cronaca
Romagnano sequestrati terreni e automezzi dopo la scoperta della cava abusiva
Romagnano sequestrati terreni e automezzi dopo la scoperta della cava abusiva. Sequestrata dai carabinieri forestale di Carpignano Sesia un’area utilizzata come cava abusiva a Romagnano. In pratica, si è scoperto che nei terreni limitrofi ad un impianto di frantumazione e trattamento di terre e rocce da scavo, veniva esercitata abusivamente attività di estrazione di materiale litoide e di sabbie. In più, la zona interessata è nei pressi delle sponde del Sesia, zona protetta da vincolo ambientale e già in passato oggetto di accertamenti da parte della stessa stazione di carabinieri, con relativa segnalazione al giudice. Il fatto risale all’altra settimana, ma solo ieri è stata data notizia.
Romagnano sequestrati terreni e automezzi dopo la scoperta della cava abusiva
Al responsabile delle attività e titolare dell’impianto, un cittadino italiano residente in provincia, sono stati contestati i reati di gestione illecita di rifiuti, realizzazione di opere in assenza di autorizzazione paesaggistica ed in violazione del titolo abilitativo edilizio. Come accennato, l’abuso è emerso nei giorni scorsi durante un normale servizio di pattugliamento del territorio da parte dei militari forestali. I quali hanno notato che, nei terreni limitrofi ad un impianto di frantumazione e trattamento di terre e rocce da scavo, veniva esercitata abusivamente attività di estrazione di materiale litoide e di sabbie. Tutto ciò nei pressi dell’area spondale del fiume Sesia, in una zona che già in passato era stata oggetto di accertamenti da parte della stessa stazione dei carabinieri, e aveva prodotto altra segnalazione all’autorità giudiziaria.
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Contestualmente, veniva verificato che i vuoti prodotti dall’attività estrattiva erano riempiti mediante l’utilizzo di fanghi. Si ipotizza che questo materiale usato per i riempimenti fosse lo stesso precedentemente prodotto all’interno dello stesso impianto di frantumazione, di proprietà dell’indagato e limitrofo all’area interessata dagli scavi. Il problema è che i fanghi e i residui della lavorazione e frantumazione delle rocce e terre, derivati dal loro trattamento, devono essere considerati quali rifiuti, e di conseguenza sottoposti alle modalità di gestione ed alle cautele previste dalla legge a tutela di salubrità ed integrità ambientale.
Per di più, tutta queste attività venivano esercitate in fascia protetta da vincolo ambientale (lungo il corso del fiume Sesia), in violazione al titolo abilitativo edilizio ed in assenza di autorizzazione paesaggistica. Allo scopo di impedire che il reato proseguisse oltre e per evitare ulteriori suoi aggravamenti, i carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo d’iniziativa dell’area di cava abusiva (circa 2mila metri quadrati), di un autocarro, di un escavatore e di una pala gommata, tutti mezzi che stavano operando in loco per l’espletamento dell’attività oggetto di contestazione. Il sequestro è stato convalidato nei giorni scorsi dal Gip di Novara.
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