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Cronaca

Sesso e ricatti. Ghemme, giovane donna ottiene giustizia dopo 12 anni

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investì la figlia

Ghemme, giovane donna abusata ottiene giustizia dopo oltre dieci anni dai fatti.

Ghemme, giovane donna ottiene giustizia dopo 12 anni

Nel 2009 a Ghemme una ragazza fu arrestata, accusata di ricattare l’uomo con cui aveva avuto un rapporto. Adesso la Corte di Appello ha riabilitato pienamente la giovane e condannato invece il 48enne.

L’uomo si presentò alla caserma dei carabinieri a Ghemme dicendo di essere ricattato da una minorenne con cui aveva avuto un rapporto sessuale. La giovane venne arrestata, provò a difendersi spiegando di essere stata costretta a fare sesso. Non venne creduta e fu processata.

Sentenza ribaltata

Qualche anno dopo in seguito ad altre indagini la storia venne rivista e la giovane riabilitata. Ora è arrivata la sentenza di condanna per quell’uomo, ora 48enne, per atti sessuali con minori. In mezzo a questa intricata vicenda ci è finito pure l’ex comandante della stazione carabinieri di Ghemme sotto processo per falso e poi trasferito nell’Alessandrino. Ma durante il processo è venuto fuori che in questa storia non c’entrava nulla ed è quindi stato assolto.

I fatti del 2009

Era il 2009 quando Angelo Di Giovanni si presentò in caserma a Ghemme spiegando di essere ricattato da una ragazzina con cui aveva avuto un rapporto sessuale consenziente. Lei e il suo ragazzo, riferì l’uomo, volevano soldi per tacere, altrimenti avrebbe raccontato tutto. In base a quella accusa, la minorenne venne pure arrestata con l’accusa di estorsione e condannata dal tribunale dei minori. Già all’epoca spiegò che quel rapporto sessuale fu un abuso, perché non era consenziente.

Nel 2014, però, le forze dell’ordine mettono a segno l’operazione “Blood Sucker” (sanguisuga) dove due parenti del Di Giovanni vengono arrestati per usura ed estorsione. Vengono raccolte molte informazioni sul giro d’affari e sulle attività, e spunta anche quella storia di cinque anni prima. Si decide allora di approfondire la questione. La ragazza, che intanto è diventata maggiorenne, viene convocata in procura e viene risentita.

La ragazza viene creduta

Questa volta gli inquirenti le danno retta, si raccolgono prove e si va a processo. Alla sbarra finisce quindi Angelo Di Giovanni, difeso dall’avvocato Fabrizio Cardinali, che deve affrontare il procedimento di fronte alla Corte d’Appello che lo ha condannato a quattro anni di reclusione per atti sessuali con minore.

Inoltre per la donna, rappresentata dall’avvocato Cristina Integlia, è stata prevista una provvisionale di 10mila euro, mentre la quantificazione del danno sarà deciso in sede civile. Durante il dibattimento il pubblico ministero Silvia Baglivo aveva chiesto una condanna a sei anni per l’imputato.

Anche il comandante coinvolto

Ma nell’inchiesta c’era finito, suo malgrado, anche il luogotenente Domenico Landi, ex comandante della stazione carabinieri di Ghemme. Il militare finì sotto processo per falso ideologico e materiale. Gli inquirenti sospettavano che avesse favorito il Di Giovanni organizzando l’arresto della minore pur sapendo che non c’erano i presupposti per farlo. La procura arrivò a chiedere una condanna a quattro anni e quattro mesi. Ma i giudici della Corte d’Appello lo hanno assolto con formula piena, come aveva chiesto in sede di dibattimento il suo avvocato Giorgio Legnazzi.

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