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Cronaca

Sottobosco devastato: il bilancio dell’esperto dopo il grande rogo

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Sottobosco devastato: il bilancio dell’esperto dopo il grande rogo. Sulle possibilità di ripresa dei boschi colpiti dal maxi incendio delle scorse settimane, interviene Massimo Bozzalla Canalino, laureato in scienze forestali e insegnante di gestione dell’ambiente e del territorio all’istituto agrario Bonfantini di Romagnano.

Sottobosco devastato: il bilancio dell’esperto dopo il grande rogo

«Bisognerà vedere tra qualche settimana in che misura si riprenderanno le piante. Per quanto riguarda gli alberi ad alto fusto sono piuttosto ottimista, credo che in gran parte si siano salvati. La brace può correre in profondità e riemergere se trova un materiale idoneo; tra l’altro questa forse può essere una delle concause che ha favorito il dilagare dell’incendio. Quindi può esserci stato un danneggiamento degli apparati radicali, ma solo per le piante arbustive ed erbacee».  Bozzalla Canalino, che abita a Coggiola, percorre tutti i giorni la strada di Azoglio, che costeggia uno dei punti dove le fiamme sono arrivate a fondo valle. «Ho notato che le betulle stanno mettendo fuori le gemme, è un buon segno. Il danno maggiore riguarda il sottobosco, nella zona colpita vi erano praterie di brugo molto estese». Il contenimento del danno nell’incendio di Serravalle-Sostegno è stato grazie dalla tipologia di essenze arboree presente, prevalentemente latifoglie.

Le piccole vittime

Per quanto riguarda la fauna, le vittime sono gli animali di piccole dimensioni. «Sicuramente molto importante è stato l’effetto sugli animali di piccole dimensioni; roditori, rettili, nidi e tutta la microfauna del terreno non hanno avuto scampo. Caprioli, cinghiali e anche volpi, invece hanno avuto tutto il tempo per fuggire da altre parti. L’ecosistema, in generale, ha subito un danno consistente, in quanto l’alterazione dovuta alle fiamme comporta la modifica della composizione floristica, e a cascata, quella delle specie animali. Per il ripristino ci vorrà qualche anno».

Il rischio idrogeologico

C’è poi rischio idrogeologico. «Un incendio comporta l’accentuazione del dissesto del terreno, anche se limitato a pochi mesi e solo qualora si verificassero piogge abbondanti. Senza sottobosco e con gli alberi privi di fogliame, l’acqua cade direttamente sul terreno spoglio, con un’azione maggiormente erosiva. Va ricordata poi, tra gli effetti negativa degli incendi importanti, la grande quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera».
Tra gli interventi, la cosa migliore è la prevenzione, «che significa manutenzione e pulizia dei boschi; purtroppo però in quelle zone, con pendii molto ripidi e poco toccati dalla mano dell’uomo, è inimmaginabile. Indispensabili le piste tagliafuoco, che, in caso di incendio, consentono l’accesso a zone altrimenti raggiungibili solo con i mezzi aerei; ma i costi di realizzazione e di gestione sono parecchio elevati».

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