Cronaca
Tragedia funivia Stresa: storie di chi non c’è più

Tragedia funivia: 14 vite spezzate, dolore di tante famiglie. Erano in gita con i figli piccoli, mamme e papà, bisnonni e nipoti, coppie di fidanzati, giovani che sognavano il futuro. Erano tutti insieme su quella cabina che saliva verso il Mottarone e doveva regalare una giornata all’insegna della spensieratezza.
Tragedia funivia Stresa: storie di chi non c’è più
Una delle vittime è Serena Cosentino, 27 anni compiuti da pochi giorni, laureata in Scienze naturali aveva vinto una borsa di studio del Cnr che le aveva permesso di trasferirsi a Verbania per studiare la presenza di microplastiche nel Lago Maggiore. Da quanto si apprende, era da di recente guarita dal Covid e probabilmente dopo aver passato questo periodo difficile aveva deciso di festeggiare con una gita fuori porta con il fidanzato, Mohammed Reza Shahisavandi, 30 anni, iraniano.
Studenti a Pavia
Amit Biran, 30 anni, e la moglie Tal Peleg, 26, israeliani, vivevano in a Pavia con i figli Tom ed Eitan, 2 e 5 anni. Della famiglia solo Eitan è ancora vivo e sta lottando contro la morte al reparto di Rianimazione dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Doveva essere anche per loro una giornata spensierata, insieme ai bimbi e ai genitori c’erano nella funivia anche il nonno di Tal, Itshak Cohen, 81 anni, e sua moglie Barbara Konisky, 71 anni, arrivati da Tel Aviv per trascorrere una vacanza con loro.
Il sogno di Silvia
Poi le altre vittime del dramma senza fine. Due sposi di 40 e 45 anni: Roberta Pistolato (che proprio ieri, con la gita in funivia, ha festeggiato il compleano) e lui guardia giurata, Angelo Vito Gasparro. Alessandro Merlo e Silvia Malnati, 29 e 27 anni, di Varese fidanzati da quasi dieci anni.
Sposi a giugno
Immenso dolore per la famiglia Zorloni, del Varesotto. Il piccolo Mattia, 5 anni, è morto poco dopo aver raggiunto l’ospedale Regina Margherita di Torino. I suoi genitori, il papà Vittorio, 55, e la mamma Elisabetta Samantha Personini, 38, sono entrambi morti all’istante, dentro le lamiere della cabina precitata. Si sarebbero dovuti sposare il 24 giugno.
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giuliano
27 Luglio 2025 at 15:43
Sapete qual era il “rischio” nel caso in cui le BALLE raccontate da Tadini fossero state vere ?
Se la pressione in uno dei due circuiti idraulici che tengono aperti i freni di emergenza cala al di sotto della soglia prefissata, l’impianto si arresta con il FRENO DI SERVIZIO, NON con il relativo FRENO DI EMERGENZA, e i forchettoni NON POSSONO IN ALCUN MODO IMPEDIRE L’ARRESTO CON IL FRENO DI SERVIZIO.
A quel punto interviene la pompa automatica di ripristino della pressione dei circuiti idraulici, e dopo una trentina di secondi l’impianto può ripartire..
ma il registratore di eventi ha dimostrato che non è MAI successo neanche questo
Se la verità non esce fuori in un caso elementare come quello del Mottarone, il Faito non rimarrà un caso isolato di emulazione, perché a fronte del risarcimento milionario dell’assicurazione, si rischiano non più di 2 anni e mezzo di arresti domiciliari
Per fermare la mattanza e cambiare l’Italia basterebbe che un giornale titolasse in prima pagina:
“ I forchettoni non servivano a NIENTE “