Cronaca
Trivero, reperti archeo-minerari finiti nei giardini privati
Viene alla luce un lungo saccheggio compiuto ai danni di storici siti dell’alta Valsessera
Ladri di reperti archeo-minerari. O forse semplicemente persone sprovvedute che non si rendono conto di cosa stanno facendo. Il risultato comunque è uguale: decine di reperti originari del sito archeo-minerario dell’alta Valsessera che sono finiti in giardini di privati a fare da ornamento. Altri ancora sono stati utilizzati nella costruzione dei gradini delle mulattiere. Una scoperto fatta nelle scorse settimane dal nuovo gruppo di accompagnatori turistici, che hanno effettuato una ricerca sul territorio.
Sono guide appositamente formate che a partire dai prossimi giorni potranno accompagnare i turisti in visita all’alta Valsessera e ai suoi scavi archeo-minerari. Il problema è che oggi pare che la maggior parte dei resti provenienti da Rondolere o dall’Argentera e risalenti al XVII e al XVIII secolo decorani cortili o siano stati usati addirittura come materiale da costruzione.
«Proprio dagli studi è emerso che l’opificio principale di Piana del Ponte aveva almeno sette stipiti e soglie monolitici tra porte e finestre e che lì accanto giaceva una grande ruota in pietra – spiegano gli accompagnatori naturalistici -. Questi materiali sono poi stati trafugati e reimpiegati come gradini nella mulattiera da Piana del Ponte a Baraccone, nelle baite di Baraccone, Scagliola di altre località della zona».
E addirittura parte del materiale è stato portato fino a Trivero: «La ruota dell’opificio invece è utilizzata come tavolo nel cortile della canonica di Sant’Antonio a Trivero. Relativamente attuali sono anche i danni subiti dalla pompa idraulica di Argentera superiore, che è stata frantumata da qualcuno che voleva spostarla (anche con l’uso di un escavatore) senza rendersi conto della sua delicatezza».
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