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Cronaca

Uccise per due ovuli di hashish: condannato a 25 anni

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Uccise un uomo di origine senegalese residente a Borgomanero per due ovuli di hashish: fa discutere il caso di Cherif Ahmed.

Uccise per la droga

Fa discutere, a Borgomanero e non solo, il caso del marocchino condannato per omicidio, ma latitante da tempo. Protagonista Cherif Ahmed, accusato di aver ucciso nel 2019 un senegalese residente in città colpevole, così parrebbe, di avergli sottratto due ovuli di hashish per il valore di poche decine di euro. I giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio hanno inflitto all’imputato, assente in aula, 25 anni e 6 mesi di carcere. Una pena che (se confermata) difficilmente sconterà dietro le sbarre. Il magrebino, secondo quanto risulta, vivrebbe infatti da uomo libero nel suo Paese d’origine, dove si sarebbe sistemato ristrutturando casa, a quanto sembra coi proventi della vendita di stupefacenti in Italia.

I fatti risalgono al 2019

Il fatto di cronaca risale al gennaio di tre anni fa. Stando alla ricostruzione Ahmed avrebbe ucciso un pusher senegalese che gli avrebbe rubato, per l’appunto, due ovuli di droga del valore di un centinaio di euro o poco meno. Teatro dell’omicidio i boschi del Rugareto, fra Rescaldina e Marnate, a metà strada tra l’alto Milanese e il Varesotto, dove il marocchino avrebbe svolto, insieme ad altri, illecita attività di spaccio. La vittima, Abib Modou Diop, un 54enne di Borgomanero domiciliato ad Arona, era stato ucciso lì e il suo corpo abbandonato lungo via Grigna. Il presunto assassino, emerge dalle cronache, era riuscito a far perdere le proprie tracce tornando in patria, dove ha continuato (e sta continuando) a “vivere senza problemi”.

Su Ahmed pende un mandato di cattura internazionale

Di recente la condanna in contumacia a un quarto di secolo. Una vicenda che in molti oggi non esitano a definire “grottesca” e che ora, come detto, è motivo di discussione a Borgomanero e dintorni. Da anni Abib Modou Diop abitava in zona con la sua famiglia e aveva perso sia il lavoro sia il permesso di soggiorno: quel 15 gennaio, giorno in cui ha trovato suo malgrado la morte, si sarebbe spinto fino a Rescaldina per acquistare, e poi a sua volta rivendere, droga. Su Cherif Ahmed pende un mandato di cattura internazionale.

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