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Cronaca

Una scuola del Nepal porterà il nome di Pietro Gilodi

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Sabato a Cellio l’addio all’alpinista morto per una valanga

La chiesetta della sua frazione, Merlera di Cellio, era troppo piccola per contenere tutti coloro che sabato pomeriggio hanno voluto dare un ultimo saluto a Pietro Gilodi, da tutti conosciuto come “Gildo”. L’uomo, che aveva 59 anni, è stato travolto la scorsa settimana da una valanga mentre stava effettuando un’escursione scialpinistica in Valgrisenche, nei pressi della Testa del Rutor, a circa 3400 di quota.

Sabato pomeriggio nella chiesa di San Bernardo centinaia tra amici e parenti hanno dato l’addio all’ex gestore della Capanna Margherita. Noto e valido alpinista, era istruttore del Cai di Varallo e volontario del Soccorso alpino. In chiesa, sulla bara, è stata appoggiata accanto a una corona di fiori una sciarpa blu di tessuto pesante, utilizzata da chi fa escursioni in montagna. Nel corso della funzione religiosa sono stati numerosi coloro che hanno voluto ricordare Gildo. «Conoscevo bene Pietro – ha detto don Dante Airaga, parroco di Valduggia – . Già da ragazzo mostrava la sua maturità e la sua gentilezza. Era una persona splendida. Ha mostrato a grandi e piccini che la montagna è una palestra di vita, che porta a fare dei sacrifici ma che poi permette di arrivare alla vetta dove il paesaggio è meraviglioso. La montagna è anche scuola di amicizia e di servizio, Pietro infatti era ben voluto da tutti e aveva voluto mettersi a disposizione di chi sulle vette si trovava in difficoltà».

Anche don Angelo Porzio, parroco di Cellio, ha espresso la propria vicinanza alla famiglia del defunto. «Io e don Carlo Elgo di Alagna siamo vicini alla mamma e ai fratelli di colui che era l’uomo della montagna, sempre con il sorriso». La parola è poi passata a uno degli amici dell’alpinista, che si è rivolto direttamente a Gilodi: «Ciao Piero, ti porto i saluti dei ragazzi francesi e nepalesi che oggi non sono qui con noi fisicamente ma con il pensiero. Ti leggo una lettera di una persona del Nepal che conosci bene. “Mi si è spezzato il cuore quando ho saputo la notizia, avevi un cuore grande e generoso. Piero sarai sempre con noi”».

Lo stesso amico ha annunciato di voler ricordare in maniera tangibile lo scialpinista valsesiano. «Caro Gildo, io e gli altri ragazzi abbiamo deciso di intitolare a te la scuola che costruiremo nella valle del Makalù, sarà la “Scuola di Piero”. Ti ricordi poi che prima dell’inverno avevamo chiodato una via per il Mottarone e ci chiedevamo come nominarla? Tu mi dicesti di dargli il tuo nome, io ora raccolgo il tuo consiglio. Chiameremo questo nuovo percorso la “Gildo Fer”».

C’è stato anche chi ha voluto ripensare all’amante delle vette come punto di riferimento alla scuola Cai di Varallo. «Tu hai fatto sempre tanto per tutti, hai portato spesso i più giovani in montagna mostrando loro le bellezze della natura e del paesaggio. Ogni volta per gli adulti avevi un sorriso e una buona parola – ha raccontato un altro amico ­ . Il vuoto che lasci è grande, ci mancherai Gildo». Uno dei nipoti ha poi fatto leggere una traduzione di un testo inerente la montagna. Ad accompagnare il termine della funzione sono stati il noto brano musicale di Giuseppe de Marzi “Signore delle Cime” e la preghiera dell’alpinista. Il feretro è stato successivamente accompagnato al campo santo della frazione celliese, trasportato da alcuni soccorritori alpini.

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